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Di Pietro stuzzica Veltroni: «Noi non siamo quelli del ma anche»

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«Non sarò né breve né conciso», esordisce e ripete più volte. E in effetti il tempo ci vuole tutto per trattare ogni tema di attualità, dalla giustizia a Alitalia, dalla scuola alla Rai. Temi per i quali Di Pietro offre «alternative possibili» candidandosi chiaro e tondo a essere «partito di governo». Nel frattempo, il leader di Idv mette alcuni paletti: «Il nostro è un modo di fare politica senza se e senza ma, ma soprattutto senza "ma anche" - dice a Veltroni senza nominarlo - molta strada è stata fatta, non siamo più il partitino della protesta, ma un partito europeo in un gruppo europeo. E non siamo nemmeno il partito dei no, siamo il partito del sì trasparente». Insomma, secondo Di Pietro, «la dittatura può tornare». E segnali ne sono le parole del sindaco di Roma e del ministro della Difesa. Critico con Berlusconi, Di Pietro, e cauto con il Pd. Più volte attacca il governo e sfida gli alleati a seguirlo su terreni scomodi. Quindi elenca le questioni centrali per l'Idv. Al primo posto il lavoro, poi sicurezza, legalità, giustizia, intercettazioni. Rivendica la manifestazione di piazza Navona e avverte: «Il lodo Alfano è una vergogna e noi in materia di giustizia non collaboreremo a nulla che non sia più che chiaro». Poi esprime tutta la sua «perplessità per il siluramento di Antonio Padellaro alla giuda dell'Unità. Non che io non stimi Concita De Gregorio, ma che ha fatto Padellaro?».

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