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Sarah fa volare John

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Un balzo legato alla convention repubblicana appena conclusa e all'entusiasmo suscitato dall'entrata in scena di Sarah Palin. La mappa che conta, quella degli stati, è ancora rassicurante per Obama, ma con qualche crepa pericolosa. A far suonare campanelli d'allarme nello staff democratico non sono tanto i sondaggi che registrano l'accelerazione su scala nazionale dell'avversario. I giorni successivi alle convention registrano salti verso l'alto che normalmente poi si ridimensionano. McCain però ha fatto meglio del previsto: l'ultima rilevazione di Gallup e UsaToday, eseguita nel fine settimana, lo mostra avanti 50-46% su Obama (era indietro di 7 punti prima della convention di St.Paul) e restringendo il campo agli elettori sicuri di votare il divario sale a 10 punti, 54-44%. Per il sondaggio Rasmussen, il vantaggio è di uno solo punto, 48-47%, mentre Cnn/Time indicano parità, 48-48%. Il risultato complessivo è una media nazionale che, secondo Real Clear Politics, vede avanti il repubblicano di oltre 2 punti. La battaglia che conta è però quella in corso in 10-12 stati incerti, ed è da qui che vengono i segnali che gli addetti ai lavori seguono con più attenzione. Tra stati sicuri e quelli orientati verso di lui, Obama finora può contare su una stima di 273 voti elettorali, tre in più di quanto gli serve per diventare il 4 novembre il 44mo presidente degli Stati Uniti. Ogni stato mette tutti i propri voti elettorali a disposizione del candidato che lo conquista. Ma sulle mappe dove gli strateghi colorano gli stati di rosso (repubblicano), di blu (democratico) o di grigio (incerto), sta avvenendo qualche mutamento che preoccupa Obama. Un caso significativo è la Pennsylvania, stato di minatori e di classi bianche medio-basse che nelle primarie democratiche era andato alla Clinton. Nonostante sia orfana di Hillary, la Pennsylvania fino a ora era colorata di celeste chiaro, ciò orientata a finire nel campo democratico, come è accaduto nel 2004 con John Kerry e nel 2000 con Al Gore. Ma nel fine settimana alcuni sondaggisti l'hanno spostata tra gli incerti, con tutto il ricco bagaglio di 21 voti elettorali. I repubblicani sono stati rapidi a percepire l'opportunità, e la campagna di McCain ha annunciato che la coppia presidenziale McCain-Palin domani piomberà a Lancaster, nel cuore della Pennsylvania. Obama però ha attivato subito le contromisure, spedendo la Clinton in Florida (27 voti) a preparare il terreno per un tentativo di colpaccio: agguantare il sunshine state, che nel 2004 e nel 2000 fu vinto da George W.Bush. La situazione negli stati in bilico resta estremamente fluida e nelle prossime settimane i candidati concentreranno il tiro su quelli che ritengono decisivi: Ohio, Colorado, Michigan, Wisconsin, Virginia, Missouri e persino il piccolo New Hampshire (4 voti), dove McCain lo scorso gennaio pose le basi per la propria resurrezione politica, sono tutti terra di conquista. Uno dei problemi per Obama al momento è quello di tornare a catturare l'entusiasmo che ha accompagnato dal gennaio 2007 la sua sfida, e che sembra ora emigrato nel campo avversario. Nonostante i malumori nel paese, aggravati in questi giorni dai dati sulla disoccupazione (salita al 6,1%) e dal gigantesco intervento federale per salvare i colossi dei mutui Fannie Mae e Freddie Mac, McCain è riuscito a prendere le distanza dall'eredità dell'amministrazione Bush soprattutto con l'inserimento in squadra della governatrice conservatrice dell'Alaska. Le scene da American Idol per la Palin si ripetono da giorni a ogni tappa del cammino elettorale della coppia repubblicana, al punto da far interrogare qualche osservatore sui rischi per McCain di vedersi oscurato dalla propria popolare vice. Ma il senatore repubblicano per ora le lascia libertà di manovra e appare anzi rinvigorito dalla sua presenza, e dal fatto che la Palin attira ora folle di migliaia di persone che McCain non aveva mai avuto nel corso dell'anno. I cori «Sa-rah, Sa-rah...!» che salutano la coppia sono accolti con grandi sorrisi da McCain, che non batte ciglio neppure di fronte ai primi cartelli che compaiono con le scritte «Sarah for President 2012».

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