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A Veltroni sta bene pure il 30%

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ha risposto a Cernobbio a una domanda su Arturo Parisi. Ma dalla festa di Firenze è venuta sabato sera una iniezione di fiducia e il segretario del Pd non ha rinunciato ad inviare un nuovo messaggio al suo partito: l'opposizione va costruita passo dopo passo.L'errore più grosso è essere «bulimici», «frettolosi» nel cercare subito la rivincita, rinunciando a costruire l'alternativa ad un governo che si considera ancora in luna di miele. «Tremonti - ha commentato scherzando - dice che vogliono arrivare alle nozze d'argento ma mi sembra un numero d'anni eccessivo». Costruire l'alternativa al governo Berlusconi sull'azione del quale «c'è ancora molta attesa» è l'obiettivo di Veltroni, che punta sulla manifestazione del 25 ottobre («Non diremo solo no, ma porteremo proposte»). Tanto più se, come dice un sondaggio, il Pd ha un consenso pari al 30%, ovvero quattro punti percentuiali meno rispetto alle ultime elezioni. «Preoccupato? No, anzi - ha detto Veltroni - Il sondaggio che ci dà al 30% è molto importante per noi, perché vuol dire che c'è una base riformista solida». Proprio da questa base l'ex sindaco di Roma vuole ripartire: «Con questi chiari di luna, questo mi sembra un risultato importante dal quale possiamo partire. Vuol dire che in Italia esiste una solida base riformista, adesso sta a noi ripartire, faremo come il dollaro, rimbalzeremo». Margini ce ne sono perché, secondo Veltroni, i problemi del Paese sono «talmente acuti e seri che serve qualcosa di più di un semplice elenco di misure adottate. Non si vedono all'orizzonte quei segni che possono dare una ripresa economica e sociale». Il Pd deve attrezzarsi però a fare ciò che in altri Paesi fa chi sta all'opposizione: «Solo noi in Italia siamo così bulimici e frettolosi. L'opposizione deve prepararsi ad essere alternativa. Questo è il lavoro che il Pd ha iniziato mesi fa con il risultato di avere, per la prima volta nella storia del Paese, un partito riformista al 34%». A proposito del recente passato, Veltroni ha spiegato: «Anche il risultato elettorale dimostra che disastro sarebbe stato se noi fossimo andati alle elezioni con lo schieramento dei 13 partiti». «Con il risultato che ha avuto la sinistra radicale - ha sottolineato - avremmo consumato l'idea e la speranza del Pd, frandumandolo in una forza che non avrebbe avuto il risultato poi ottenuto alle elezioni». Risultato che, ha insistito, «conferma la scelta che abbiamo fatto: andare con la nostra identità, andare da soli. Quel governo aveva maturato dentro di sè, al di là del lavoro che ha fatto Romano Prodi, la contraddizione di uno schieramento troppo eterogeneo. Persone che avevano opinioni politiche troppo diverse tra loro». «Quella esperienza - ha ribadito il leader del Pd - era giunta al capolinea, ma già poco dopo che aveva iniziato, perché erano state tante le divisioni e le contraddizioni di cui aveva dato prova quella maggioranza. E bisognava prenderne atto con coraggio». Per molti osservatori il ripristino dell'Ici o l'introduzione della service tax potrebbe essere la classica buccia di banana per il governo: «Faccio fatica a correre appresso a tutte le dichiarazioni che su questo tema si succedono giorno per giorno. Aspettiamo di sapere qual è la posizione del governo» ha spiegato Veltroni secondo il quale, però, se vi sono risorse disponibili «è più utile fare un intervento a sostegno dei salari».

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