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Silvio va all'attacco: "Veltroni è succube delle frange giustizialiste"

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Silvio Berlusconi

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Altrimenti col cavolo che i carri armati russi si sarebbero fermati a quindici chilometri da Tbilisi») poi smentita da Palazzo Chigi. È un'intervista a tutto campo quella rilasciata da Silvio Berlusconi al settimanale Tempi, che segna, di fatto, la ripresa dell'attività di governo dopo la pausa estiva. L'attacco al Pd - «Avevo sperato davvero - ha confidato il premier - che la gestione Veltroni significasse l'apertura di una stagione nuova della politica italiana. Invece la sudditanza psicologica e politica del Pd verso le frange giustizialiste è sconcertante. Credo di non essere il solo deluso in questo da Veltroni, credo che altrettanto delusi siano molti dei suoi sostenitori». Il Cavaliere ha evidenziato, inoltre, che «i segnali che vengono dall'opposizione sono come sempre contraddittori e francamente l'esercizio di decifrarli non mi appassiona più di tanto». Il richiamo a Falcone - Quanto alla riforma della giustizia, il presidente del Consiglio annuncia l'intenzione di «mettere in pratica molte delle idee di Giovanni Falcone: separazione dell'ordine degli avvocati dell'accusa dall'ordine dei magistrati, indirizzo dell'azione penale superando l'attuale ipocrisia della finta obbligatorietà, criteri meritocratici nella valutazione del lavoro dei magistrati». Berlusconi, su quest'ultimo punto, ha spiegato di voler «valorizzare i tanti magistrati seri, che svolgono il loro lavoro in modo coscienzioso, con spirito di sacrificio e spesso rischi personali. Purtroppo, il loro lavoro è offuscato da pochi altri che, per pregiudizio ideologico unito a smania di protagonismo, proiettano con comportamenti deviati un'immagine distorta della magistratura italiana». Il rapporto con la Lega - Su Tempi il Cavaliere smentisce, poi, le voci di crisi tra il Pdl e il partito di Umberto Bossi. «Il nostro rapporto - ha spiegato - è forte e consolidato: non è un'alleanza tattica né semplicemente numerica». Legge 194 - Un'intervista a tutto campo quella di Berlusconi che torna anche sul tema dell'aborto: «Credo - ha dichiarato il presidente del Consiglio - sia dovere di tutti agire perchè la legge 194 sia applicata anche e soprattutto nelle parti orientate all'aiuto alla vita, finora trascurate». Più in generale, ha aggiunto il premier «dovremo lavorare tutti, laici e cattolici, per rimuovere le cause economiche, culturali e sociali che inducono le donne ad abortire. Ogni aborto è una tragedia, una vita che si perde, una sconfitta per la società». Crisi economica - «Sento parlare da più parti di un "nuovo 1929". Ma chi dice queste cose si ricorda cos'è stato il 1929 in America?» chiede il presidente del Consiglio. «Credo - prosegue - che sia onesto dire la verità alle persone, e la verità sulle condizioni economiche italiane e mondiali non è molto piacevole. Seminare il panico invece non solo non è onesto, ma è controproducente, perchè il panico ha esso stesso un effetto depressivo sul ciclo economico».  

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