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Carfagna: "Parlo solo con i piccioni viaggiatori"

Mara Carfagna

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Aspetta il suo turno come tutti gli altri: i deputati hanno la precedenza rispetto al commessi e ai dipendenti di Montecitorio. Se ne sta lì, da sola. Senza il solito codazzo che di solito segue i ministri. Tutte le prime pagine del giornale riportano la sua foto, gli insulti che ha ricevuto da piazza Navona al «No Cav day». La Carfagna, vestita con completo bianco, fa subito capire che non vuole parlare. Sorridente, è sorridente. Come sempre. Gentile, è gentile. Elegante. Arriva Italo Bocchino, il deputato del Pdl suo amico. Si scherza, qualche battuta. Qualcuno mormora: «Ormai si può parlare solo di persona». E Mara: «Ah, guardate. Avanti così finiremo che si comunicherà soltanto con il piccione viaggiatore». Risate generali. Poi la Carfagna si fa seria. Basta chiederle della manifestazione del giorno prima, appena citarle Sabina Guzzanti che la titolare delle Pari Opportunità si fa più rigida: «Una schifezza. Ma io vado avanti. Continuo a lavorare. Come ho sempre fatto». Squilla il cellulare di Bocchino e lui si allontana. I due sono molto amici, quando Mara fece il suo primo ingresso a Montecitorio fu lui, il pupillo di Pinuccio Tatarella, ad accompagnarla e a spiegarle i segreti del Palazzo e soprattutto a svelarle come evitare i giornalisti a caccia di battute. E le voci? Le chiacchiere? La Carfagna dolcemente sorride e se ne va, è arrivato il suo turno allo sportello. Completa l'operazione e si avvia all'uscita. Mai pensato di dimettersi? «È un'idea che non mi ha neanche sfiorata. Vado avanti. Vado avanti a fare quello a cui sono stata chiamata. E, aggiungo, spero di farlo in maniera degna. Tutto qua. E adesso mi lasci andare che mi aspetta tanto lavoro». E via, giù per le scale che conducono all'uscita secondaria della Camera che dà direttamente su piazza del Parlamento e la ministra delle Pari Opportunità scompare nel caldo meriggio romano. Va avanti e saranno gli atti a parlare. Domani porterà in consiglio dei ministri un disegno di legge sulla prostituzione che sarà una rivoluzione. Sarà vietato battere in strada o comunque in luoghi pubblici, chi lo farà rischierà una multa o l'arresto se il reato sarà reiterato. Si potrà esercitare in casa, ma soltanto con l'intesa del condominio. Il che di fatto spingerà le prostitute a comprare in blocco piccoli condomini e quindi di fatto ad aprire le case chiuse. Di fatto sarà l'apertura di una vera e propria crociata che fa seguito a una campagna avviata da Daniela Santanchè, l'ex candidata premier de La Destra, la quale ha avviato anche una raccolta di firme per un referendum che porti all'abolizione di alcune parti della legge Merlin. Mara, dunque, va avanti. Il disegno di legge è stato del tutto partorito dai suoi uffici , anche se alla fine il testo potrebbe essere co-firmato con il ministro della Giustizia Angelino Alfano. Il tutto con la supervisione di Silvio Berlusconi che al provvedimneto tiene particolarmente. E non è finita. Prima della pausa estiva la Carfagna potrebbe portare in Consiglio dei ministri un altro provvedimento che riguarda stavolta i bambini: l'istituzione del garante dell'Infanzia. Se riuscisse a farlo approvato, avrebbe completato il quadro di intervento visto che ha già fatto approvare il testo contro la violenza sulle donne e quello contro la stanking (le molestie non solo sessuali, una novità nel panorama legislativo). E per un titolare di un dicastero alla sua prima esperienza governativa non sarebbe un bilancio da buttar via.

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