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Giancarla Rondinelli È l'alba della ...

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Ma ieri pomeriggio, mentre nella vicina piazza Navona si svolgeva la manifestazione "girotondina" organizzata dall'Italia dei valori, nella sede de Il Tempo il ministro per la Semplificazione legislativa, Roberto Calderoli, il capogruppo alla Camera del Pdl, Fabrizio Cicchitto e l'ex presidente del Senato, Franco Marini, si sono confrontati proprio su questi interrogativi, sottolineando come il dialogo tra le parti sia la strada maestra. L'occasione è stata la presentazione del libro di Giuliano Torlontano «L'alba della Terza Repubblica» (ed. Marsilio-Formiche): circa duecento pagine di retroscena e testimonianze inedite di oltre un anno di vita politica del nostro Paese, con il superamento della legislatura che aveva espresso il governo Prodi e il ritorno di Silvio Berlusconi a palazzo Chigi. È stato proprio il ministro Calderoli, rispondendo alla prima domanda a porre subito l'accento sulla questione «riforme costituzionali», che questa volta, spiega il ministro, dovranno essere «condivise», e dovranno precedere la discussione sulla legge elettorale. «Non bisogna cercare di far fare alla legge elettorale quello che non può fare, e neanche dal referendum arriverà la soluzione», spiega Calderoli. «I problemi vanno risolti a livello costituzionale, e questa volta - afferma l'esponente leghista - bisogna prendere in mano la Costituzione con saggezza e prudenza. E solo dopo mettere mano alla legge elettorale». Calderoli scandisce quindi il calendario: «Prima di luglio presentiamo la legge elettorale europea, poi a settembre c'è il federalismo fiscale collegato alla Finanziaria. Quando sarà approvato e si lavorerà ai decreti attuativi, parte il federalismo costituzionale. E finito quello si passa alla legge elettorale con Camera e Senato che saranno diversi, spero con il Senato federale». E a Torlontano che chiedeva quale soglia di sbarramento fosse prevista per la legge elettorale europea, Calderoli replica: «Immagino la stessa delle elezioni politiche, il 4% e almeno una preferenza». Sulle riforme, il ministro leghista esprime dunque ottimismo. Così come Franco Marini, anche se, con lo scenario attuale «bisognerebbe essere pessimisti». Insomma le riforme sono possibili? «Sì - aggiunge l'ex presidente del Senato - se scatta la consapevolezza di un interesse primario del Paese». A lanciare una stoccata ai girotondini dell'Idv ci pensa Fabrizio Cicchitto: «A pochi metri da qui, stanno manifestando forcaioli e reazionari». Per riaprire la fase costituente, per il capogruppo del Pdl è necessario prima «disinnescare l'uso politico della giustizia, vero convitato di pietra che agisce in Italia fin dal '92». «Senza questa operazione - conclude Cicchitto - tutto rimane per aria: basta un'intercettazione o un avviso di garanzia per far finire tutto».

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