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Fini: «Silvio, ora stai sbagliando»

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Non legato alla stretta attualità anche se ovviamente s'è finito per parlare solo e soltanto di quello tra Fini, il Cavaliere e, naturalmente, Gianni Letta. Un pranzo di un'ora durante la quale Fini ha espresso in maniera chiara che non aveva gradito le frasi del giorno prima del premier, il quale aveva annunciato che i presidenti di Camera e Senato erano andati sul Colle «per sottolineare qualcosa che non sta nell'alveo della nostra Costituzione» sulla Giustizia. Frase che aveva a sua volta provocato la protesta del Quirinale. Nei sessanta minuti che sono seguiti, la terza carica dello Stato ha chiarito che un decreto sulle intercettazioni non si poetva fare. Per almeno tre motivi fondamentali. Il primo è che non ci sono tempi e spazi per procedere: in Parlamento si è al limite dell'ingorgo istituzionali per i troppi decreti in giacenza, fatto che ha già alimentato la critica del Quirinale. Secondo, il clima con l'opposizione non lo consente: il Pdl si troverebbe esposto tutti i giorni a un Vietnam in Parlamento. Terzo, il logorio tra le istituzioni inevitabilmente in lotta tra loro. Tutti elementi che hanno sostanziato il suggerimento di Fini rivolto a Berlusconi affinché glissi, smorzi, attenui: «Si sta andando verso uno scontro tra i poteri dello Stato che coinvolge anche la presidenza della Repubblica, questa volta non ti posso appoggiare». Berlusconi dal canto suo ha ripetuto quello che dice da giorni: «Mi vogliono far cadere, porterò le prove inconfutabili». «Serve - gli ha risposto Fini nell'incontro - una nuova concordia istituzionale, aprire una nuova stagione. Occorre un confronto aperto con l'opposizione e soprattutto un dialogo forte con il Colle». Insomma, l'ex leader di An, che resta comunque la principale componente del centrodestra dopo Forza Italia, si ritaglia un ruolo di mediatore istituzionale. In questi giorni numerose sono state le telefonate con il Quirinale e con Palazzo Madama. Fini ha gestito in prima persona, dietro le quinte, la fase più delicata. E alla fine ha prevalso. Ha prevalso la linea del raffreddamento del clima contro la linea dello sfondamento dell'avversario. È la fine della linea Ghedini, più avvocatesca che politica, la linea della rappresaglia. E si afferma la linea Gianni Letta, del dialogo con le parti. D'altro canto anche tra i collaboratori più stretti, erano sempre meno quelli convinti della forzatura sulle intercettazioni. Mentre sempre di più si vociferano di registrazioni nelle quali si scende nei particolari intimi del Cavaliere. Delle sue capacità e delle sue debolezze. Sarebbe coinvolte anche esponenti di governo. Il garante della privacy ha provato a invitare tutti ad evitare questioni private. Ma a palazzo Grazioli si aspettano sorprese dai giornali del gruppo Repubblica L'Espresso, le cui anticipazioni saranno diffuse nel pomeriggio. Poi Berlusconi indosserà l'elemetto e andrà a Matrix ospite di Mentana.

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