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Nucleare, sì grazie. Ecco come

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Nucleare

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«C'è la possibilità - afferma l'ad Fulvio Conti - di costruire in Italia quattro o cinque impianti da mille e 800 megawatt ciascuno. Siamo già un paese nucleare in quanto importiamo elettricità dalla Francia, dalla Svizzera e dalla Slovenia, elettricità prodotta da centrali nucleari che sono appena fuori dai nostri confini e che paghiamo come se fosse energia termica». Negli ultimi anni l'Italia ha aumentato vertiginosamente la sua dipendenza dal petrolio e soprattutto dal gas, che oggi alimenta il 65 per cento della produzione nazionale di elettricità. Ecco perchè per Conti «la dipendenza dal gas va diluita con la presenza del nucleare». Basta un dato per far capire che si rischia il collasso energetico: il differenziale tra ciò che consumiamo oggi e quello consumeremo tra 10 anni crescerà di almeno 20 volte. Il sistema attuale non regge ed è indispensabile trovare nuove fonti. Eni segue la via del gas e rafforza i legami con Gazprom. Ma quanto costa una centrale nucleare? La settimana scorsa a Milano si sono dati appuntamento alcuni manager del settore. Non esiste un prezzo certo: dipende dalla logistica e dalla scelta di un impianto di terza o quarta generazione. E soprattutto manca un vero mercato di riferimento. Enel, però, sembra avere le idee chiare: per 4 centrali occorrono 14 miliardi di euro. Così sugli investimenti dei nuovi impianti avanza in Italia l'idea di creare un consorzio tra gli operatori interessati. Ognuno ha le sue difficoltà. In Francia, ad esempio, i socialisti fanno pressing su Total perchè abbassi il prezzo del carburante. La società transalpina genera 12 miliardi di euro di utili ma ha chiuso accordi internazionali anche grazie al sostegno politico del governo. Su questa base si discute la redistribuzione dei benefici anche sui cittadini. In Italia il problema è più complesso a causa della carenza delle infrastrutture energetiche: linee elettriche insufficienti, pochi rigassificatori, impianti di stoccaggio inadeguati. E i cittadini pagano bollette onerose per avere servizi non ottimali. L'Aiget, l'associazione italiana dei grossisti di Energia e Trader, ha pronta la sua ricetta: potenziare la rete elettrica. «Dopo il decreto sblocca centrali - ha detto il presidente di Aiget Luca Alippi - ora è il tempo di un decreto sblocca reti. Una rete frammentata non consente il dispacciamento ottimale dagli impianti».

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