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«È solo un polverone per farci vedere divisi»

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E l'obiettivo è far vedere che c'è un governo diviso, mentre così non è». Castelli è reduce da mezz'ora di colloquio con Lucia Annunziata durante il quale, sottolinea, ha parlato «a titolo personale». Tutto registrato. Eppure le agenzie di stampa e i quotidiani on line, accusa l'esponente leghista, «hanno distorto le mie affermazioni» nel tentativo, «non so se spontaneo o orchestrato» di dimostrare «che siamo uno contro l'altro». Qual è, allora, il suo personalissimo pensiero sul ddl-intercettazioni? «Intanto penso che il testo del 2005 che ho presentato come ministro della Giustizia sia equilibrato. Su quello attuale mi pare ci abbia lavorato Ghedini, che io consultai all'epoca. Bisogna vedere quello che c'è scritto nel ddl. Ma se ha ripreso il mio, per me vada bene». Le agenzie riferiscono che lei è per allargare l'uso delle intercettazioni ad altri reati, oltre che a quelli connessi alla malavita organizzata e al terrorismo, come ha invece detto Berlusconi. È così? «Io ho detto che il mio parere personale è che non poter utilizzare le intercettazioni per reati come la corruzione e la concussione, cioè quelli classici della Casta, non mi sembra opportuno. Perché chi fa politica si deve sottoporre al controllo della magistratura e dell'opinione pubblica». Perché sospetta che si stia cercando di alzare un polverone mediatico sulle intercettazioni? Se un uomo politico fa dichiarazioni pubbliche, la stampa le riporta. È normale... «Certo. Ma sta venendo fuori un caso inesistente! Intanto bisogna vedere quello che c'è scritto nel testo del ddl, prima di fare polemica. E poi il disegno di legge passerà per il Consiglio dei ministri e per le Camere e quindi è presumibile che verrà cambiato in molti suoi punti. Infine, oggi i problemi veri sono altri...» Per esempio? «Far convertire in legge il decreto e il ddl sulla sicurezza». E sul problema delle «case a luci rosse» qual è la sua posizione? «Tutta la polemica è basata su un emendamento presentato da alcuni parlamentari. Il governo ha presentato due ddl precisi che dobbiamo ancora discutere e approvare». Il suo parere sul reato di clandestinità? «Sono d'accordo. L'unica modifica che farei è che ad occuparsi dei clandestini non siano i giudici ordinari ma i giudici di pace. Così si fa prima, non si intralcia il lavoro della magistratura e si evitano allarmi apocalittici». Quali sono, secondo lei, le tre priorità che deve affrontare il governo? «È urgentissimo, anche nel primo consiglio dei ministri utile, che si dia il via libera al decreto per istituire il commissario e il comitato dell'Expò 2015 di Milano, che scade il 30 giugno». E poi? «Le altre due sono l'Alta velocità e le centrali nucleari. E a proposito del nucleare le dò una notizia: la centrale di Caorso potrebbe ripartire rapidamente, nel giro di 24-30 mesi».

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