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Il greggio spaventa G5 e consumatori

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Le quotazioni del greggio, a ridosso dei 140 dollari al barile grazie a un impressionante balzo di quasi 11 dollari in una sola seduta, sono uno choc per l'economia Usa, dice il segretario Usa all'Energia, Sam Bodman, che non vede però una crisi petrolifera all'orizzonte. Ad Aomori nel Nord del Giappone, dove è iniziato il weekend dei lavori che vedrà impegnati i ministri dell'Energia del G8, Bodman ammette che gli Usa «hanno difficoltà sul piano economico». La riunione del G5 è l'occasione per un esame sulla crisi energetica ma, «per la complessità delle tematiche coinvolte si rinvia all'approfondimento del G8 dei ministri delle Finanze del 13-14 giugno». I cinque Paesi invitano le maggiori economie a lavorare per la trasparenza e stabilità del mercato energetico, per aumentare gli investimenti ecocompatibili e per diversificare il mix delle energie disponibili. «Questi prezzi sono senza precedenti e vanno contro gli interessi sia dei paesi consumatori di petrolio sia dei paesi produttori». Il gruppo chiede che siano «gradualmente» eliminate le sovvenzioni ai carburanti. «Ci rendiamo conto che nel prossimo futuro, sarebbe bene rinunciare gradualmente e progressivamente alle sovvenzioni ai prezzi dell'energia convenzionale che dovrebbero essere sostituite attraverso politiche ben mirate per alcuni beneficiari». Cina e India, inoltre, sono disponibili ad agire più che in passato con l'Agenzia internazionale dell'energia che fa capo all'Ocse, collaborando nei casi di emergenza. Nel corso del vertice, Giappone e Stati Uniti hanno annunciato due iniziative bilaterali: la prima riguarda la cooperazione nel settore degli idrati di metano (risorsa sottomarina considerata promettente). La seconda, invece, interessa il nucleare, inclusa la possibilità di finanziamenti giapponesi per facilitare la costruzione di nuovi impianti negli Usa. Intanto la fiammata del greggio torna a pesare sul prezzo di benzina e altri carburanti. Alimenta la protesta degli autotrasportatori che, dicono i bisarchisti, rischia di degenerare se non arriveranno aiuti dal governo. Dagli imprenditori ai sindacati, dagli autotrasportatori ai consumatori, è allarme per la nuova corsa al rialzo del petrolio che ha già iniziato a ripercuotersi sul prezzo della benzina che punta di nuovo verso quotazioni record. I consumatori prefigurano una stangata da 1.255 euro: con il petrolio a 140 dollari, dicono infatti Adusbef e Federconsumatori, si alza il prezzo della bolletta energetica delle famiglie italiane, con un impatto sull'inflazione addirittura del 4,3%. Senza contare che il calcolo delle associazioni non considera le ricadute su prodotti e generi di prima necessità, come quelli alimentari, che subiranno aumenti di 530 euro annui. Solo di energia gli italiani spenderanno 709 euro in più a cui si devono aggiungere altri 546 euro di costi produttivi, di trasformazione e di trasporto delle merci. Anche per gli autotrasportatori il salasso non accenna a fermarsi dopo che nell'ultimo anno, dice uno studio della Cgia di Mestre, il costo del pieno è aumentato del 30% portandone l'incidenza sui costi totali al 40% circa. Provocando, dicono gli autotrasportatori, una moria di aziende: negli ultimi sei mesi hanno chiuso in 3 mila e ci sono 30 mila addetti senza più lavoro. Gli autotrasportatori, che lunedì saranno ricevuti dal governo, chiedono all'esecutivo di intervenire con urgenza con misure strutturali ma anche di «dare subito risorse per compensare gli spropositati aumenti». Interventi sulle compagnie per far abbassare i prezzi sono invocati però anche dalle associazioni dei consumatori e dal sindacato: entrambi sono preoccupati che l'annunciato intervento sulle compagnie, la cosidetta Robin tax, si ripercuota negativamente sulle tasche dei cittadini. Intanto i listini dei prezzi consigliati ai gestori segnano i primi movimenti al rialzo. A ritoccare all'insù i prezzi sono in particolare Api, Ip e Shell, quest'ultima con una quotazione (1,526 euro la verde) molto vicina al record storico di benzina e diesel di 1,527 euro al litro toccato lo scorso 28 maggio. C'è da aspettarsi però che nuovi rialzi arrivino già con l'inizio della prossima settimana.

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