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«Non fare affidamento sulle virtù di riequilibrio del mercato»

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Una consapevolezza che - per il capo dello Stato - deve partire da una disamina senza sconti degli errori commessi e nella quale «non deve mancare, soprattutto da parte dei Paesi maggiormente sviluppati e delle istituzioni finanziarie internazionali lo spirito critico». Solo da qui si può partire per trovare soluzioni che, ammonisce Napolitano, non sono e non possono essere solo il mercato. È questo, infatti, uno dei passaggi centrali del saluto di Napolitano agli altri capi di Stato. «Non si può - scandisce - per superare la crisi alimentare e garantire una prospettiva di reale "food security", fare affidamento sulle virtù riequilibratrici del mercato». La ricetta, osserva invece il presidente della Repubblica, è mettere mano a interventi che «abbiano il loro quadro di riferimento e le loro espressioni operative nel sistema delle Nazioni Unite». Da qui è necessario partire perché «emerge l'imperiosa necessità di politiche coordinate a livello mondiale per fronteggiare l'allarmante emergenza». Il presidente della Repubblica evidenzia come: «non può mancare in nessuno il senso della drammaticità della crisi che è esplosa e delle sue conseguenze soprattutto per le popolazioni più povere, per quasi un miliardo di persone sottonutrite». Una crisi che, osserva, viene da lontano.

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