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Sui clandestini scatta l'asse Veltroni-Casini

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«Per questo - sottolinea - il Pd dice di no all'idea di introdurre il reato di immigrazione clandestina: sarebbe una misura inutile e persino dannosa, capace di intasare le carceri e di spingere anche chi viene nel nostro Paese per lavorare tra le braccia della criminalità organizzata». Secondo il segretario del Pd, «il problema dell'immigrazione va affrontato invece con un forte rapporto con l'Europa: le politiche della sicurezza e quelle dell'immigrazione devono essere raccordate e i controlli devono avere una dimensione continentale. Bisogna fare una battaglia seria contro la clandestinità e per questo è necessario integrare e riconoscere chi nel nostro Paese lavora e ha una casa». Il «no» di Veltroni al reato di clandestinità si unisce a quello di Pier Ferdinando Casini. Il leader dell'Udc sceglie di appoggiare il pacchetto del governo, «ma non tutti i provvedimenti finiranno in Cdm, molto avrà spazio nel dibattito parlamentare», senza però dire sì al reato di clandestinità. Casini in linea con Veltroni, quindi. E mentre l'Idv chiede sempre più garanzie dalle norme che il governo varerà, il segratrio del Pd prova a mediare per ripristinare il pacchetto sicurezza dell'ex ministro Giuliano Amato. Quel pacchetto voluto da Veltroni nella scorsa legislatura, che dopo un'odissea durata più di sette mesi, ora rischia di scomparire.

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