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Prodi, rivincita su Walter: «Io ho sempre vinto»

Veltroni e Prodi

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Ieri, Romano Prodi, intervistato da Giovanni Floris a «Ballarò», si è preso la sua rivincita sul segretario del partito Democratico. Per la prima volta pubblicamente. L'ex premier, infatti, ha spiegato chiaro e tondo che lui, Prodi Romano, ha vinto tutte le elezioni alle quali ha partecipato. Aggiungendo che nessun altro ha saputo fare come lui. Neppure il «plurititolato» Silvio Berlusconi. E men che meno Walter Veltroni o Francesco Rutelli. Quando Giovanni Floris gli ha chiesto se si pentiva di qualcosa, l'ex premier ha risposto tranquillo: «No, di nulla. Ho fatto nuove proposte politiche, veramente nuove, una grande coalizione riformista, e ho vinto due volte le elezioni». «Nessuno lo ha fatto in Italia, vincere tutte le elezioni che ha fatto, in un Paese di 60 milioni di abitanti — ha proseguito — L'esperienza è stata interrotta, e ne ho tratto le conseguenze, mi sembra in modo serio e doveroso, proprio perché il Paese possa andare avanti. Proprio perché io non sia più di intralcio a quelle che emergono come le novità». «Ho avuto molte soddisfazioni ed ero disposto a guidare il Paese per qualche altro anno — ha sottolineato — Io ho fatto la mia politica in modo d'avere dei risultati lungo tutta la legislatura, questa è stata interrotta... pazienza... non è certo la mia responsabilità». Una volta toltasi la soddisfazione di aver «umiliato» Veltroni, Prodi è tornato a parlare del nostro Paese. Consigliando agli italiani «di avere fiducia e di capire che c'è un futuro bello per l'Italia. Però se pensano di raggiungere questo futuro senza gli sforzi necessari, senza i sacrifici, senza il cambiamento della testa che è necessario, si sbagliano». Poi una riflessione sull'Europa. Per Prodi è fondamentale puntare sulla Ue perché «di fronte a questa Cina che sale, alla forza degli Usa, alla capacità d'interpretazione del mondo che negli anni recenti ha avuto l'India davvero lei pensa che un singolo Paese europeo, fosse anche la Germania, ce la possa fare? Io proprio non lo penso. Vede, il mondo di oggi ha paura, e viene scientificamente iniettata la paura, e qui anche i media hanno grande responsabilità. Non c'è situazione peggiore della paura per affrontare il nuovo. Il nuovo va affrontato con la coscienza della propria forza, e anche con intelligenza, per quello le dico che un singolo Paese non ce la fa. Ce la fa l'Europa. Perché sempre le grandi civiltà hanno interpretato il nuovo, le civiltà che si sono rifugiate nella difesa, sono morte tutte. Tutte. Tutte».

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