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Fabrizio dell'Orefice [email protected] Ha un ...

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Ah, e chi era? «Non so, era giovane». Giovane? «Sì, mi pare anche brasiliano. Lui ci teneva molto». Ma chi era? «Boh, aveva un nome da cartone animato...». Ma chi? Pato? «Sì, mi pare lui». Cioè il gioiellino del Cavaliere, l'attaccante a cui il Milan ha già affidato il suo futuro. Maurizio Del Tenno è così. Non gli piace il calcio. Ama le auto. È sponsor di una Ford ufficiale nel mondiale rally. E ha una piccola collezione di vetture storiche, Ferrari e Maserati le sue preferite. Al limite preferisce le moto, ha una Yamaha R1. Anzi, due. Ne ha preso una, poi gli è piaciuto il secondo modello e ha bissato. Per il resto potrebbe benissimo essere un Berlusconi in piccolo. Perché a 34 anni ha già trasformato l'impresa di famiglia da una ferramenta a un'azienda di impianti elettrici. S'è buttato sull'immobiliare, sta costruendo un hotel in montagna. Ha diversificato, mettendo su anche una società di noleggio elicotteri. Ogni tanto, quando capita, passa a bordo di un velivolo davanti a casa e saluta i familiari per la gioia dei pargoli. Ha scalato già la sua associazione di categoria, la Confartigianato, divenendo il presidente della sezione giovani. Non solo, ha fatto anche di più visto che il presidente degli artigiani, l'aretino margheritino Guerrini è arrivato persino pubblicamente ad augurarsi la vittoria del Pdl. Del Tenno ci sa fare. E non a caso Berlusconi aveva pensato a lui per fondare i Circoli delle Libertà. Accadde tutto quasi per caso. Il Cavaliere, nella fase finale del suo governo, era già stanco di Forza Italia e delle diatribe interne. Aveva sperato in Maurizio Scelli e il suo nuovo movimento ma a Firenze fu un flop pazzesco. Gli arrivò sulla scrivania una lettera di un giovane imprenditore che lo invitava a una manifestazione. Ci andò, rimase colpito. E chiamò quel giovane berluschino ad Arcore. Nacque l'idea dei Circoli. Del Tenno ebbe l'idea di coinvolgere i suoi omologhi e chiamò la presidente dei giovani commercianti, una certa Michela Vittoria Brambilla. Sì, lei. La Brambillona è un tipo irruento, straripante. E se lo fagocitò. Così Maurizio è anche uscito dai Circoli. Inutile provare a chiedergli della «roscia». Glissa, cambia discorso. Prima o poi aprirà la cassaforte. Se lo farà o non lo farà Del Tenno è oggi un nome che dice poco. Parla meno. E dunque, per le elementari leggi della politica, conta. Conta nell'entourage del Cavaliere agli occhi del quale il neodeputato ha fatto tanto nella vita imprenditoriale e può fare altrettanto in politica. Le sue sortite in politica si contano sulle dita di una mano. Per esempio disse che non escludeva di andare a votare alle primarie del Pd: «Se dovessi scegliere un candidato per la segretaria del Partito democratico voterei Enrico Letta perché, secondo me, è la persona che meglio interpreta il cambiamento». No a Veltroni, comunque. Nel 2006 aveva spinto l'organizzazione, tredici anni dopo l'ultima protesta degli artigiani, a mobilitarsi in occasione della prima Finanziaria di Prodi: «C'è una mancanza di rispetto che non meritiamo», disse allora il nuovo parlamentare del centrodestra. Lui, uomo di Sondrio, piccolo simbolo della laboriosità lumbard, è stato mandato in Trentino Alto Adige per essere eletto. Faccia pulita da bravo ragazzo, una moglie, due figli, pochi divertimenti, non ama la discoteca, non fuma, non beve. Porta degli occhialini trasparenti, parlantina svelta di chi ha voglia di fare più che di dire. Non ama i giornalisti, cordialmente respinge le telefonate. Difficile rimediare una foto, anche negli archivi più agguerriti. Quando venne eletto alla guida dei giovani di Confartigianato, tre anni fa, in piena era berlusconiana, disse chiaro che «al Governo, che in questi giorni discute gli interventi per rilanciare lo sviluppo, ricordiamo che l'artigianato è il principale tessuto connettivo dell'economia italiana. Come tale va considerato e deve poter contare su adeguate misure, al pari degli altri comparti economici del nostro paese, per aumentare la propria capacità competitiva». Per lui potrebbe aprirsi anche una porta ministeriale, come sottosegretario. Alle Attività Produttive. O alle Infrastrutture. Si vedrà.

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