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Il giardino del «dottore»

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tra palme e 2100 cactus

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Siamonel fantastico mondo di villa Certosa. Dove è stata allestita una conferenza stampa in una serra riveduta e corretta in tre giorni. Le piante sono state spostate un po', a terra è stato steso un pavimento in vetroso bianco che sembra marmo e per i giornalisti sono state fatte arrivare in fretta e furia decine e decine di poltrone bianche e rosse disegnate da Philippe Stark. È rimasta però la serra delle farfalle, che hanno fatto la gioia della delegazione russa. Villa Certosa, la villa a Porto Rotondo di Silvio Berlusconi e che ha ospitato il vertice con Putin sino a notte con tanto di fuochi d'artificio a mare (l'ultima trovata sono dei fuochi che partono dall'acqua) e spettacolo danzante, è un museo della botanica. Anzi, Berlusconi vorrebbe che lo diventasse sul serio e ha anche fatto preparare dall'architetto Gianni Gamondi un nuovo orto sotterraneo, una sorta di bunker per lo studio delle piante con tanto di tavolo centrale a forma circolare in legno massello con al centro un pozzo con mosaico in oro. Si vedrà, per ora la pianta ottagonale con i primi disegni è solo su carta: «Si vedrà, qui non si può costruire più nulla», racconta Gamondi. Per ora il Cavaliere si gode quello che c'è. Settanta ettari di macchia mediterranea con 2100 cactus e 5000 ibiscus. Berlusconi li segue con cura maniacale tanto che è stato costruito per i cactus un sistema particolare di ventilazione che mette in circolo aria calda non appena la temperatura d'inverno scende sotto i cinque gradi: altrimenti le piante gelerebbero e sarebbero costrette a morire. Per gli ibiscus invece ha voluto serpentine d'acqua per l'irrigazione. Poi c'è il «labirinto delle camelie» con oltre centoventi varietà differenti, mille piante. Sta per arrivare anche un roseto che è stato donato da un medico a Berlusconi e si trova in Toscana: sono quattro ettari di fiori e si sta studiando il modo di portarli sull'isola. Anche se la sua vera passione sono una particolare varietà di gigli. Una nuova realizzazione è il «lago delle palme», con milleduecento alberi. «È nato da un'idea del dottore (chi lavora con lui non lo chiamerebbe mai cavaliere, ndr) la cui filosofia è che da ogni male deve nascere un bene», spiega Giuseppe Carteri, il progettista. E il male è stato un incendio che si è sviluppato quattro anni fa, lo spegnimento fu quasi impossibile per il fatto che le fiamme si erano sviluppate in una zona della villa dove l'acqua scarseggia. E quindi Berlusconi ha voluto che fosse realizzato un laghetto con attorno le piante mediterranee. Non è nuovo ma è stato particolamente curato di recente l'«orto della salute» con 180 erbe tutte medicinali. I nomi delle vari e zone sono proprio così, leggeri, leggiadri, sognanti. Sembrano slogan di Forza Italia. Semplici e non altisoanti. Ricordano le parole delle canzoni politiche, come «Azzurra libertà». O i manifesti per un «nuovo miracolo italiano». O sono nomi televisivi, non aggressivi. Quando si rifugia da queste parti lontano dalle grida di Bossi o le urla di Veltroni, Berlusconi se ne va a spasso per l'agrumeto, 1100 alberi, 260 varietà: qui tengono a sottolineare che provengono da ogni parte del mondo. Il prossimo orto sarà quello dei «giannizzeri» con due ulivi millenari e che il Cavaliere vuole mantengano la tradizione sacra. Di tanto in tanto i cancelli si aprono alle scolaresche invitate a lezioncine private di botanica. L'ultima volta il premier in pectore ha regalato caschetti da muratore a tutti: giallo a maschietti e blu alle femminucce. Non ce n'era bisogno, ma li ha fatti felici. F.d.O.

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