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dall'inviato Fabrizio dell'Orefice ...

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Il problema, però, è che la commissione di Vigilanza è l'ultima ad insediarsi. Nell'ultimo governo si è costituita a settembre. E questo potrebbe rallentare il piano degli uomini di Berlusconi. Il Pdl, però, intende rovesciare il prima possibile l'attuale maggioranza di centrosinistra, a cominciare dal suo presidente, Claudio Petruccioli. Anche se i berlusconiani sono intenzionati a lasciare comunque la presidenza al centrosinistra, cercando un'accordo con una figura di garanzia. Per il resto, in questo ore si stanno facendo i giochi per il prossimo consiglio. Alla coalizione berlusconiana dovrebbero spettare quattro consiglieri, tre invece all'opposizione. Due, invece, come prescrive la Gasparri, saranno scelti dal ministero del Tesoro: uno dei due, il presidente designato, dovrà poi essere votato dai due terzi della commissione bicamerale di Palazzo San Macuto. E quale sarà il nuovo vertice di viale Mazzini? I giochi si stanno facendo già in queste ore. Una consigliera può considerarsi riconfermata, un consigliere può già ritenersi in partenza. La prima è la leghista Giovanna Bianchi Clerici, che non si è nemmeno presentata alle elezioni proprio in vista di una sua successiva riconferma alla tv pubblica. Il secondo è Gennaro Malgieri, che invece s'è ricandidato ed è stato anche rieletto. E ha anche confermato la sua volontà di tornare in Parlamento. Per il resto la partita è aperta. Dei quattro consiglieri di centrodestra verosimilmente due saranno di area Forza Italia, uno di An e, appunto, la Bianchi Clerici. Potrebbe esserci ancora, anzi è assai probabile che ancora ci sarà, Angelo Petroni che siede nel cda in quanto rappresentante del Tesoro. Mentre è quasi certa l'uscita di scelta di Giuliano Urbani, non più in feeling con il Cavaliere. Molto più complicata la partita all'interno dell'opposizione. Sarà molto difficicile che possa tornare al settimo piano di viale Mazzini se non per fare gli scatoloni Sandro Curzi. Non perché abbia demeritato, anzi. Ma perché l'area di cui era espressione, la Sinistra Arcobaleno, non è più nemmeno rappresentata in Parlamento. Dei tre il Pd ne dovrebbe cedere uno all'Udc, mentre l'attuale consigliere centrista, l'onnipresente Marco Staderini, è ricompreso nella quota centrodestra. Scalpita anche Antonio Di Pietro, che invoca anch'egli adesso un posto in Rai. La tv infatti era per ora sempre materia di secondo piano per il leader dell'Italia dei Valori se non in funzione strumentale per attaccare Berlusconi. Adesso che nel suo partito c'è anche Beppe Giulietti, uno che la Rai ce l'ha nel sangue, il Cavallo è diventato obiettivo sensibile, punto programmatico prioritario. Si scalpita tanto, insomma. La battaglia è soltanto all'inizio. Da qui a giugno ancora molte cose possono accadere.

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