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Il nuovo Tremonti conquista i «compagni»

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Niente di voluto o di cercato da parte di Tremonti che anzi non perde occasione per menare duro sul Pd ed anche il più temuto dai big della sinistra nei confronti televisivi. Ma sta di fatto che quel suo modo di porsi al di sopra della dialettica elettorale, mettendo a nudo le emergenze economiche del Paese, gli ha tributato attestati di stima a sinistra. Peppino Caldarola, esponente del Pd e deputato uscente dei Ds dice che Tremonti è «intellettualmente più attraente nel senso che non hai di fronte chi ha tirato giù la saracinesca ma ha aperto una finestra. Caldarola sostiene che per Tremonti «è un tornare alle orgigini. Non bisogna dimenticare che è stato socialista, amico di Formica e collaboratore del Manifesto, un gauchista ante litteram». E aggiunge: «Credo che c'è un nuovo berlusconismo che è un libro ancora da scrivere e Tremonti potrebbe essere quello che ne scrive i primi capitoli spostandolo su tematiche della sua esperienza precedente». Per il direttore dell'Unità Antonio Padellaro, «Tremonti è l'esponente più preparato e più colto del centrodestra con una strategia che non è semplice propaganda comunicativa. la sua esperienza di socialista gli ha conferito quella caratura che pochi hanno nel centrodestra». Quanto alle posizioni recenti dell'ex ministro, per Padellaro rispondono alla volontà di «ritagliarsi un ruolo che non è quello dello yes man. Il che significa che sta cercando una sua via per porsi come il successore di Berlusconi. Tremonti ha un'idea chiara di come dovrebbe essere il centrodestra che non è quella peronista e populista». Padellaro però non esita a sottolineare che «Tremonti mostra alcune contraddizioni avendo posizioni liberiste ma anche protezioniste». Il direttore dell'Unità dice che con «le sue dichiarazioni può anche confondere una sinistra sensibile ai temi no global ma la verità è che l'ex ministro dell'Economia ha in mente un disegno più vasto. Guai quindi a concedergli la patente di un'apertura a sinistra». Questo non toglie che abbia «una qualità intellettuale tale che gli economisti di sinistra preferiscano dialogare con lui che con altri del centrodestra». Piero Sansonetti, direttore di Liberazione va oltre: «Discutere di politica a noi è sempre piaciuto e siccome Tremonti parla di politica e non di sciocchezze elettoralistiche, a noi piace. Tremonti pone grandi questioni politiche e in particolare un tema su cui noi siamo molto sensibili: la crisi della globalizzazione. Tremonti mette in discussione il principio che la globalizzazione sia la risposta liberista a tutti i mali e capace di risolvere i problemi dell'umanità e questo a noi piace. Però ci fermiamo qui perchè la risposta che Tremonti dà non ci trova d'accordo». Per Sansonetti è «più facile dialogare con Tremonti che con qualsiasi altro esponente del Pdl e anche del Pd, entrambi incapaci di affrontare il tema della globalizzazione». Il direttore di Liberazione non esita a dire che «Tremonti è quello che nel centrodestra fa i discorsi più interessanti in questo momento, ed è la punta più avanzata del suo schieramento. Quello con cui si può dialogare meglio di politica».

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