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Veltroni cancellato dal Cavaliere:

Walter Veltroni

«Siamo spariti dalle prime pagine»

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Dagiorni Silvio Berlusconi ha ripreso il centro della scena. Battute, gaffes, promesse elettorali. È sempre il Cavaliere che detta la linea e costringe gli avversari ad andargli dietro. Certo, il candidato premier del Pd continua il suo giro d'Italia e racconta, entusiasta, che ovunque le folle lo acclamano, ma le prime pagine dei quotidiani sono tutte per Berlusconi. Così il Partito Democratico è corso ai ripari. Riunioni su riunioni (l'ultima ieri sera), per capire cosa non va e come fronteggiare il «nemico». Qualcuno parla di una correzione sul piano comunicativo, altri semplicemente di un'integrazione. Fatto sta che da dopo Pasqua si cambia. Ma non nei modi. «Noi continuiamo a confrontarci sui contenuti in maniera pacata - spiega Ermete Realacci responsabile comunicazione del Pd -. È chiaro che se ci sono cose rilevanti risponderemo». La svolta, quindi, sarà sui temi. Servono argomenti più accattivanti, capaci di catalizzare l'attenzione degli elettori e dei media. Ma anche temi capaci di scaldare i cuori dello zoccolo elettorale del Pd. Anche perché, spiegano al loft, «finora Veltroni ha parlato a mondi distanti dal partito. Ora bisogna parlare al nostro elettorato. L'inserimento dei Radicali, ad esempio, ci ha dato un po' di respiro sul tema della laicità, ma non basta». E poi c'è l'ultima settimana di campagna elettorale quella in cui, molto probabilmente, Berlusconi potrebbe calare l'asso nella manica. Ecco allora che il dipartimento economico del Pd sta lavorando alle contromosse. Dopo Pasqua verrà lanciato un piano pensioni, mentre si pensa già ad una sopresa per gli ultimi giorni. Il riserbo è massimo, si sa solo che «sarà qualcosa che interessa le tasche degli italiani». Intanto Veltroni ha già cominciato a dare un assaggio del nuovo corso. Ieri ad esempio, dopo aver punzecchiato la destra che è divisa su tutto e che, dal 1994, dice sempre le stesse cose, se l'è presa con gli stipendi dei parlamentari: «Non possiamo più stare in un Paese con gli stipendi più bassi e le retribuzioni dei parlamentari più alte del resto d'Europa. Dobbiamo unificarle agli altri paesi europei». In assenza di altro, insomma, meglio ricorrere alla carta dell'antipolitica.

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