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Borse con il fiato sospeso dopo il crollo di Bear Stearns

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Insomma la direzione dei listini sarà già impostata. Ma in ogni caso per sapere se la tempesta che si è abbattuta su Wall Street venerdì scorso, con il crollo in un solo giorno del 50% del valore della banca Bear Stearn è stato solo l'inizio di un effetto domino sul sistema finanziario Usa pronto a trasferirsi su quello mondiale oppure un caso isolato, bisognerà attendere. Tutte le operazioni saranno passate infatti con l'occhio rivolto a New York. Solo nell'istante in cui la campanella della borsa americana suonerà il via agli scambi gli operatori avranno un quadro più chiaro della situazione. Anche lì il mercato avrà avuto altri elementi su cui impostare le decisioni di acquisto o di vendita. Nella mattinata si saranno, infatti, riuniti i direttori d'orchestra dell'economia Usa: il presidente Bush, il Tesoro e la Federal Reserve. Avranno deciso una strategia comune per combattere quel senso di pessimismo e sfiducia nei risparmiatori, nato lo scorso agosto con la prima batosta della crisi dei mutui subprime (quelli concessi a clienti più a rischio e quindi più facili a diventare insolventi), e divenuto il germe di un'instabilità permanente che non ha più consentito ai mercati di stabilizzarsi. Sì perché le Borse e gli affari per marciare a gonfie vele, anche in presenza di una macchina produttiva che può rallentare (elemento che fa parte del gioco) hanno bisogno di chiarezza. Ed è proprio questo l'elemento che finora è mancato nel sistema. Le iniezioni di liquidità delle banche centrali hanno alleviato i sintomi della malattia ma non l'hanno curata. La patologia è quella deriva dal fatto che nessuno sa quanto è effettivamente il buco complessivo della finanza creativa che le banche hanno creato negli ultimi anni. Non solo dunque subprime, ma anche derivati e prodotti complessi legati a indici e panieri tra i più disparati. Ogni stima è superata. Dai 200 miliardi di dollari iniziali si è passati ai 600 miliardi. Ma non è tanto la grandezza del buco che fa paura. Quanto il fatto che nessuno ancora sa dove sia. Fil.Cal.

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