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Laura della Pasqua [email protected] È bufera dentro ...

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Il presidente della Confindustria che ha sempre sbandierato l'assoluta autonomia dell'associazione e più volte ha rimandato al mittente le offerte di una candidatura, ora si trova alle prese con due imprenditori di rango che passano nelle file di Veltroni. Dopo Matteo Colaninno ora è la volta di Calearo. A viale dell'Astronomia si dice che Montezemolo abbia appreso dai giornali la decisione dei due imprenditori. Insomma sia Colaninno che Calearo lo avrebbero messo di fronte al fatto compiuto scavalcandolo. Non solo. C'è un secondo motivo di imbarazzo. Entrambi si posizionano con Veltroni rischiando in questo modo di gettare sulla Confindustria il sospetto di una associazione la cui anima batte a sinistra. A questo punto non ci sono solo le indiscrezioni circa alcune vere o presunte simpatie per il centrosinistra, ora c'è il fatto concreto che la Confindustria alla stregua di un sindacato è una sorta di incubatrice di risorse per la politica. E questo è contrario alla filosofia da sempre proclamata dall'associazione. Ecco perchè Montezemolo a ridosso della notizia della candidatura di Calearo, si è affrettato a spiegare che erano «scelte personali» aggiungendo anche che «la società civile dovrebbe essere chiamata a dare il suo contributo alla politica. Avere in un Paese persone che rappresentano la cultura d'impresa non può fare che bene e vorrei che anche altri imprenditori si schierassero anche nel Pdl e negli altri partiti». L'auspicio di Montezemolo è quindi che come il Pd anche Berlusconi peschi tra gli imprenditori per una candidatura. Al momento però si registra solo il sì dell'ex presidente della Confindustria Antonio D'Amato che dopo un lungo tira e molla con il Cavaliere ha accettato di candidarsi. Una decisione per la quale l'imprenditore campano avrebbe posto come condizione un ministero e un pugno di parlamentari ottenendo un cambio solo generiche promesse. Insomma tutto è ancora scritto sull'acqua anche perchè l'arrivo di D'Amato ha scatenato non pochi malumori dentro Forza Italia. La prospettiva di un ministero e la condizione di portarsi dietro addirittura una squadra di parlamentari è vista da molti azzurri come una pretesa esorbitante e assurda. Diversi parlamentari si sono affrettati a ricordare a Berlusconi l'atteggiamento poco «simpatico» di D'Amato quando era presidente della Confindustria e il Cavaliere premier e le tensioni in gran parte del suo mandato. A viale del'Astronomia nel frattempo il clima sarebbe quello di favorire qualche altra candidatura nelle file del Pdl per equilibrare il caso Calearo. Dallo staff del Cavaliere sarebbe stato fatto un abbocco anche al presidente della Fiera di Milano e ex presidente di Assolombarda, Michele Perini, da sempre aperto sostenitore di Berlusconi. Al momento però non c'è stato nessun esito. In serata è uscito da Forza Italia il nome di Diana Bracco, presidente di Federchimica.

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