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Bersani ha fallito anche sul pacchetto energia

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Almeno il 60% del prezzo di verde e gasolio è fatto da imposte (Iva e Accise) che si traducono in una manna per le casse dello Stato (almeno 30 miliardi l'anno arrivano solo dagli incassi sulla verde). Per questo appare difficile che il ministro Pierluigi Bersani riuscirà a mantenere la promessa fatta nei giorni scorsi di un intervento in Zona Cesarini per contenere i rincari. Nessuno ha mai osato privarsi di uno strumento di politica fiscale così generoso e certo. Tant'è che anche il Governo Berlusconi aveva studiato un provvedimento per ridurre l'imposizione su verde e gasolio, ma era dovuto tornare sui suoi passi. Anzi in due occasioni era stato costretto ad aumentare l'accisa sui carburanti: la prima per finanziare il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri e la seconda per incentivare l'acquisto di bus ecologici. Ma il vorticoso lievitare delle tasse sui carburanti ha origini lontane. Sul prezzo che i consumatori pagano oggi, solo per citare due esempi, gravano ancora le addizionali sull'accisa introdotte con la guerra in Abissinia (1935) e l'alluvione del Vajont (1963). L'accisa è un'imposta fissa stabilita per decreto su cui si paga anche l'Iva al 20%: una tassa sulla tassa che si aggiunge all'Iva, sempre al 20%, applicata al prezzo industriale. Davvero troppo. G.Lom.

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