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Una mappa dettagliata, con i nomi di 650 dirigenti della ...

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Risultato, conferenza stampa e annuncio di querela al quotidiano di Vittorio Feltri e di ricorso al Garante della Privacy. «Basta giocare sulla pelle della Rai partite che non hanno nulla a che fare con la Rai», sottolinea il dg Claudio Cappon, mentre il presidente Claudio Petruccioli parla di «falsità totale e vergognosa calunnia». Ma Libero conferma: il documento arriva da Viale Mazzini. La sala degli Arazzi è piena di dirigenti. Accanto a Cappon e Petruccioli, ci sono il responsabile degli Affari Legali Rubens Esposito, il capo delle Risorse umane Luciano Flussi, i rappresentanti di Adrai ed Usigrai, il consigliere Sandro Curzi. Altri due esponenti del cda, Nino Rizzo Nervo e Carlo Rognoni, sono seduti nelle prime file; assenti quelli di area Cdl, «ma sono stati avvertiti e condividono l'esigenza di una risposta forte», assicura Petruccioli. E Cappon illustra la risposta della Rai a Libero: querela per diffamazione, in sede civile e penale, con richiesta di «un consistente risarcimento danni»; ricorso al Garante della Privacy per bloccare «la diffusione o l'ulteriore trattamento dei dati»; la disponibilità dell'Ufficio legale a sostenere «in via gratuita tutti coloro che volessero tutelare i propri diritti e si ritenessero personalmente danneggiati». Dal presidente anche un appello a Feltri, «uomo d'onore»: «Se il lavoro di Libero è stato costruito con l'apporto di un mascalzone, lo dica e saranno prese immediatamente le più esemplari misure. Se invece preferirà affidarsi ad un atteggiamento di omertà, cercheremo di far luce per nostro conto». All'editore di Libero la Rai chiederà formalmente di avere accesso al documento e conoscere la fonte.

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