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Prodi pensa al blitz disperato

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[...] l'azione di governo e chiamare a raccolta la maggioranza per verificare se esiste ancora. È questo il tam tam che circola nel centrosinistra alla vigilia di una settimana decisiva per il governo. Se supererà la prova della votazione sulla mozione per Mastella presentata dall'Udeur e su quella contro Pecoraro Scanio presentata dal centrodestra, Prodi potrà tirare un sospiro di sollievo. Ma il corridoio è stretto. I Verdi sono in rivolta per non aver ricevuto dagli alleati di governo quella solidarietà al ministro Pecoraro Scanio, che si aspettavano. Rifondazione e Comunisti sono in allarme per le dichiarazioni di Veltroni di far correre da solo il Partito democratico. L'Udeur, come dicono nella sinistra radicale, «vuole stravincere» e attende dal governo un sostegno tangibile. La via Crucis per Prodi comincia domani quando si voterà alla Camera sulla mozione presentata dall'Udeur sulle dichiarazioni di Mastella relative alla situazione della giustizia. L'Udeur vorrebbe che la votazione si trasformasse anche in un «abbraccio» di solidarietà a Mastella e in una condivisione dell'attacco alla magistratura. Il capogruppo Fabris ha già deto che non s'è mai visto che si facesse una distinzione tra quanto è scritto sulla relazione sulal giustizia e quanto viene detto in Aula dallo stesso Guardasigilli. Un voto complessivo di questo genere però è inimmaginabile per l'Italia dei Valori. Di Pietro ha già espresso in toni anche vivaci la sua bocciatura a un percorso di questo genere arrivando a dire anche che il reintegro di Mastella al ministero della Giustizia non sarebbe possibile. Gli ostacoli non finiscono qui. Mercoledì c'è la votazione sulla mozione di sfiducia al ministro Pecoraro Scanio presentata dal centrodestra al Senato. Lamberto Dini ha annunciato che voterà contro Pecoraro e Mastella ha aggiunto altra benzina: «Ho letto quello che farà Dini. A questo punto sarebbe più decoroso se Pecoraro si dimettesse prima di andare in Senato». Giovedì poi la questione giustizia dovrebbe arrivare in Senato con tutte le incognite di una situazione numerica sul filo del rasoio per il centrosinistra. Allo stesso tempo in Commissione Affari Costituzionali di palazzo Madama si vota la bozza Bianco sulla riforma della legge elettorale. Un testo fortemente avversato dai «piccoli» della maggioranza, Rifondazione in testa, e bocciato anche da Forza Italia. Le dichiarazioni del leader del Partito democratico Walter Veltroni sull'ipotesi di andare da solo al voto, hanno gettato benzina sul fuoco e imbestialito la sinistra radicale. Nel centrosinistra anche se non mancano i timori per la rabbia del segretario Giordano si dicono sicuri che Rifondazione non arriverà allo strappo. Ce n'è abbastanza per far saltare il piatto. Il senatore dei Verdi Loredana De Petris lascia intendere che una via d'uscita da questo cul de sac per Prodi ci sarebbe. Il premier potrebbe convocare un vertice di maggioranza prima dei due appuntamenti cruciali per una verifica e poi presentarsi alle Camere con un testo su cui chiedere la fiducia. Il governo a quel punto rilancerebbe la sua azione ponendo con urgenza la priorità della rivalutazione dei salari a fronte delle difficoltà concrete delle famiglie, indicando l'appuntamento con la riforma elettorale e su questo chiedere la fiducia. Anche questo è un percorso tortuoso ma servirebbe a prendere tempo. E a tirare il fiato per un altro po'.

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