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Dopo il plauso di Standard & Poor's, i conti pubblici ...

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Anche perchè sui conti italiani si staglia l'ombra di una crescita Ue che potrebbe essere più lenta del previsto. Soddisfazione da parte del premier: «È chiarissimo l'apprezzamento che viene fatto in questi giorni alla politica italiana anche dagli osservatori più severi». Il primo a promuovere il miglioramento del deficit del Paese è il commissario Ue agli Affari Monetari, Joaquin Almunia: «I dati positivi del 2007, migliori delle attese» rappresentano «notizie molto positive e il miglioramento del deficit è assolutamente benvenuto». Se S&P aveva definito «notevoli» i progressi italiani, Almunia ha puntato l'attenzione su un dato «molto buono soprattutto per l'economia italiana e i suoi cittadini» che «aiuterà a gestire in condizioni migliori queste turbolenze finanziarie» e consentirà di «provare a mantenere un tasso di crescita e occupazione adeguato». Parole che arrivano da un esponente della Commissione non sempre tenero nei confronti dell'Italia, ultima la critica formulata ad ottobre su una Finanziaria giudicata «poco ambiziosa» sul fronte della spesa. Un argomento che Almunia vorrà indagare a breve, già nella prossima settimana in cui, annuncia, è in programma un incontro con il ministro dell'Economia, Tommaso Padoa-Schioppa. Un'occasione per fare il punto sulle possibili azioni di Palazzo Chigi in tema di fiscalità: «Spero che mi informi sulle intenzioni del Governo, se ce ne sono», ha dichiarato Almunia. A Malta, Prodi incassa anche l'ok di Jean-Claude Trichet, presidente della Bce, che, rende noto il premier al termine di un colloquio informale fra i due, «ha molto apprezzato il cambiamento a 180 gradi della nostra economia». Anche se, «naturalmente dal punto di vista di un banchiere centrale», non ha perso l'occasione di ricordare all'Italia di «stare in guardia rispetto al fenomeno inflazionistico». Un'ulteriore elemento di preoccupazione condiviso da Prodi e Trichet riguarda «l'incertezza» che regna sui mercati, anche alla luce delle recenti turbolenze finanziarie e all'elevato prezzo del petrolio. Situazioni che potrebbero costringere la Commissione Ue a rivedere nuovamente al ribasso le stime di crescita per il 2008. Dopo il taglio di novembre da +2,6% a +2,2%, il presidente dell'Eurogruppo, Jean-Claude Juncker ha infatti spiegato che «la Commissione sta considerando che potremo avere una crescita nel 2008 dell'1,8-1,9%». Juncker ammette: «Non sappiamo quale sarà l'impatto di ciò che stiamo vedendo» in questi mesi. E se «non ho l'impressione - spiega - che ci sia stato un enorme impatto finora, non sono sicuro che lo possiamo escludere per i mesi futuri». Lo stesso Almunia, rivelando tutta la sua preoccupazione per un euro «ormai vicino ai limiti storici», ha sottolineato l'esigenza di «discutere con i nostri partner su strategie di cooperazione per evitare una eccessiva volatilità». Perchè «finora siamo stati in grado di assorbire l'apprezzamento dell'euro e di riceverne qualche effetto positivo», ma ulteriori rialzi della moneta unica potrebbero essere più difficilmente gestibili. L'unica nota positiva arriva sul fronte dell'inflazione: in questo momento viviamo «una situazione di sofferenza per l'aumento dei prezzi del petrolio e degli alimentari. Speriamo che nel 2008 questi shock esterni si riducano e che l'inflazione a fine anno torni a livelli normali», è l'auspicio di Almunia.

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