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Al Consiglio dei ministri di Palazzo Chigi non ci è andato. ...

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Il responsabile della Giustizia e quello della Solidarietà sociale hanno messo da parte le distanze fra i rispettivi partiti, l'Udeur e il Prc, che in questi mesi si sono accusati a vicenda di voler far cadere Prodi, e hanno bocciato all'unisono la bozza Bianco sulla riforma elettorale. Nel giorno in cui al Senato sta per essere presentata la proposta dell'ex sindaco di Catania, i due ministri hanno concordato sul no al Vassallum e a ogni ipotesi di riforma cucita addosso ai due partiti maggiori, cioè Pd e Fi. Il Guardasigilli non ha usato mezzi termini: «È una truffa», ha detto. «L'Uder in Campania vale il 10% e porta 400mila voti. Se vogliono adottare il Vassallum ed evitare che io diventi il loro vassallo, debbono dare potere alle regioni meridionali quanto ne ha la Catalogna... In Spagna, senza l'accordo con i catalani o con i baschi non c'è maggioranza», ha aggiunto parlando con i giornalisti in Transatlantico. «Voglio sapere - avverte Mastella - quando si farà questa verifica. Va fatta cominciando dalla legge elettorale. Il Vassallum è una truffa. Stanno facendo una cosa immonda. Non possono pensare di fare una riforma per fregare noi, come stanno tentando di fare. La riforma a cui stanno lavorando Berlusconi e Veltroni - ha sottolineato il ministro - favorisce i due grandi partiti esistenti», il Pd e Fi. «Mi acclimato all'idea di essere più fuori che dentro (il governo ndr). Comincio a respirare un'aria diversa. La mia lealtà a Prodi resta integra. Però se il Pd si comporta così rompe l'alleanza», ha concluso Mastella, osservando che «solo nelle dittature succedono queste cose» e invocando gli «osservatori dell'Onu». Secca la replica di Palazzo Chigi: «Le opinioni dei leader politici vanno sempre rispettate, ma va anche rispettata l'istituzione Consiglio dei ministri». La bozza Bianco ha fatto scatenare anche gli altri «cespugli» della nascente Cosa Rossa e dela Costituente socialista. «Non si può con legge costruire nuovi partiti o cancellare quelli esistenti. Occorre subito una riunione della maggioranza, perchè questa è una proposta inattesa e inaccettabile», ha affermato il socialista Gavino Angius. «Questa proposta di riforma elettorale presentata al Senato è la vittoria della partitocrazia e del palazzo a discapito della democrazia dei cittadini», gli ha fatto eco il Verde Angelo Bonelli. Il capigruppo di Rifondazione al Senato Giovanni Russo Spena «promette» che il partito lavorerà «in termini critici ma costruttivi sull'ipotesi presentata dal Bianco. Siamo sempre più convinti che occorra una legge sul modello tedesco che sia fondata sul principio democratico, una testa un voto». E il segretario del Prc Franco Giordano ha confermato: «Siamo per il voto disgiunto anche perchè se non ci dovesse essere ci sarebbe una logica maggioritaria e verrebbe meno il principio base del modello tedesco». Per il capogruppo della Sd al senato Cesare Salvi, «eliminare la frammentazione con lo sbarramento va bene ma modificare la proporzionale per fare un favore a Berlusconi o a Veltroni non è mai venuto in mente a nessuno». Più duro il leader del Pdci Oliviero Diliberto: «Evidentemente - ha detto - il Pd ha deciso di far cadere il governo».

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