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Welfare, si prepara il nuovo scontro fra sinistra e diniani

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Le ferite di quella battaglia parlamentare non si sono chiuse e l'ala massimalista dell'Unione si prepara ad una nuova prova di forza a colpi di emendamenti in commissione Lavoro a palazzo Madama, in attesa che il testo approdi in Aula giovedì prossimo 13 dicembre. Su 350 emendamenti depositati in commissione ieri alla scadenza dei termini di presentazione, quelli firmati dal Prc, Pdci, Verdi e Sd sono un centinaio. La sfida forse più che sul numero è nel merito delle modifiche richieste perchè la sinistra ci riprova e ripresenta praticamente tutti gli emendamenti che non è riuscita a far passare a Montecitorio. In particolare, vengono riproposte quelle modifiche che erano stare approvate dalla commissione Lavoro della Camera ma erano state cassate con il maxi-emendamento su cui era stata posta la fiducia come, per esempio, la questione del tetto delle 80 notti l'anno per la definizione dei lavori usuranti. Ci sono anche nuovi emendamenti di fattura senatoriale, tra questi, uno sui lavoratori esposti all'amianto che possono presentare prima (entro il 2008) le domande di risarcimento, l'estensione dei congedi parentali e l'aumento delle aliquote contributive a carico dei datori di lavoro che assumono precari. Si presenta quindi una settimana difficile a palazzo Madama per la maggioranza e il governo con il rischio che il provvedimento vada in Aula senza relatore. La commissione Lavoro, infatti, ha a disposizione quattro sedute, tra martedì e mercoledì, per votare i 350 emendamenti e dare il mandato al relatore Giorgio Roilo (Pd) di riferire in Aula giovedì. Se le varie anime della maggioranza non arriveranno ad una intesa, visto che a palazzo Madama la pattuglia dei diniani è agguerrita e duellerà con la sinistra in difesa dei tetti di spesa stabiliti, senza alcun altra deroga, sarà più che probabile che il governo si troverà costretto a porre la questione di fiducia. Il relatore Roilo, infatti, ha definito «plausibile» l'ipotesi del ricorso alla fiducia e dello stesso avviso sono altri esponenti dell'Unione. Giampiero Catone, vicecapogruppo della Dc per le autonomie alla Camera attacca Rifondazione. «Sulla norma contro l'omofobia nel maxiemendamento su decreto sicurezza il Prc si gioca per l'ennesima volta la sua credibilità — commenta — Infatti Rifondazione comunista dopo non essere riuscita ad imporsi al protocollo sul welfare sarà costretta ad un nuovo banco di prova. Certo il vantaggio in questo caso è del Prc, visto che chi minaccia la crisi non è Dini ma Mastella che, come tutti sanno, prima vota la norma, come il Pd, poi ne chiede lo stralcio o la modifica come per la class action, lanciando i soliti penultimatum».

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