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Di Pietro confessa: «Non abbiamo i numeri»

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Stop a questa sinistra, dunque. Soprattutto «non se ne può più di questa litigiosità», dice il leader di Idv che propone di «scomporre e ricomporre i poli in modo più omogeneo». Perché non c'è più una maggioranza parlamentare che corrisponde alla maggioranza politica, dice. Ma Di Pietro ha una spiegazione alla «malattia» che ha investito l'Unione. Le motivazioni risiedono nel fatto che «alcune forze politiche non sono insieme in questa coalizione per ragioni strutturali di condivisione del programma, ma perché hanno dovuto all'epoca mettersi assieme per raggiungere un risultato elettorale». Proprio in questa chieve, il ministro giustifica le parole di Bertinotti dei giorni scorsi e rilancia il concetto di coalizione di programmazione in sostituzione della coalizione di necessità. «C'è un problema di politica del territorio che va rilanciata in termini generali - continua l'ex pm - Con lo schematismo ideologico fine a se stesso, questi si stanno giocando il Paese: con questo giochino stanno fregando il Paese». Quindi rilancia. Di Pietro spiega che l'attuale sistema elettorale ha causato matrimoni contro natura, e avanza la sua soluzione. «Noi di Idv siamo convinti che il nuovo sistema elettorale debba essere bipolare - dice - con l'indicazione preliminare del candidato premier, e con la possibilità di scegliere nominalmente i rappresentanti in Parlamento». Secondo Di Pietro si può adottare questo sistema sia con «il maggioritario indicendo le primarie, che con il proporzionale, con uno sbarramento, senza il premio di maggioranza». L'intervento del ministro è categorico: la maggioranza è in crisi. Bisogna rivoluzionare una maggioranza politica che oggi non c'è, e iniziare a pensare a una legge elettorale diversa per far tornare i parlamentari, veri rappresentanti dei cittadini. Al monito di Antonio Di pietro, si aggiunge anche l'ennesimo schiaffo dell'estrema sinistra all'Unione. La Finanziaria è in esame alla Camera e in commissione Bilancio il Pdci inizia a scalciare. I comunisti, mentre si discutono gli emendamenti, abbandonano la commissione. Insomma, il clima all'interno della maggioranza è sempre più teso e ogni giorno si accumulano le controversie. E a dire che «così non si può andare avanti», è ancora una volta il senatore di Unione democratica Willer Bordon: «Da Bertinotti in avanti fino a quello che è successo ieri al Senato, è una situazione che dimostra che da tempo non c'è più la maggioranza politica. In un Paese normale - è il durissimo attacco di Bordon - o si ritrova la maggioranza o si va a votare. In un Paese democratico, per fortuna, alla fina si torna a dare la parola ai cittadini. Continuo a dire che Prodi sta facendo miracoli in questa condizione, però la maggioranza politica non c'è più. Ogni giorno si apre una falla e quella di ieri (giovedì, ndr) è enorme».

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