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Laura Della Pasqua [email protected] Chi l'ha visto? ...

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Il tornado del nuovo partito del Popolo della Libertà sembra averlo travolto o comunque l'ha ammutolito. Stiamo parlando dell'ex ministro dell'Economia e vicepresidente di Forza Italia, Giulio Tremonti, fino a un paio di settimane fa loquacissimo interprete del verbo berlusconiano e suo fidato consigliere. L'annuncio il 18 novembre a San Babila del nuovo partito l'ha colto di sorpresa. Reazione: nessun commento su quello che è indubbiamente un evento di grande portata per la storia di Forza Italia, per il centrodestra e più in generale per la vita politica italiana. Che qualcosa bollisse nella mente di Berlusconi lo aveva intuito ma forse non si aspettava che i tempi sarebbero stati così accelerati e il percorso così dirompente. Con il progetto del nuovo partito politico, Tremonti, si è cimentato a vario modo nei mesi scorsi. Nel convegno di Gubbio aveva perfino indicato il percorso del Partito della Libertà che «non doveva nascere come un impulso perchè Veltroni ha fatto il suo Truman show ma per una precisa convinzione». Pensava quindi, l'ex ministro, a un processo lento nel quale Michela Brambilla era una cometa destinata a fare il suo tempo, magari a portare qualche voto ma niente di più. Nella cabina di regia, Tremonti era sicuro, ci sarebbe stato lui; lui accanto a Berlusconi a tenere a battesimo la nuova creatura. Che invece fosse proprio la Brambilla e i suoi Circoli uno dei pilastri del un nuovo partito con in prospettiva una nuova classe dirigente, di certo non se lo aspettava. Dentro Forza Italia nessuno dimentica le parole sferzanti usate da Tremonti in risposta a Belpietro che lo stuzzicava sull'ipotesi di dimissioni nel caso dell'ascesa della «rossa». «Io dimettermi? Come vicepresidente non sono nemmeno iscritto nello Statuto e poi credo di avere una prospettiva che mi pone...insomma non me ne frega un tubo». E poi: «Non voglio esibire il mio curriculum ma ho una logica diversa...». Ma anche la Brambilla non era stata tenera: «Dell'Utri e Tremonti sono come le mestruazioni - aveva detto in una intervista - all'inizio fanno male ma poi passano». E a Vanity Fair: «La mia ricetta funziona con 14 cani e 24 gatti. Volete che non funzioni con Fini e Tremonti?». L'ex ministro diserta la conferenza stampa del 19 novembre quando di fronte a tutto lo stato maggiore del partito schierato in prima fila, Berlusconi annuncia ai media il suo progetto politico. Il giorno dopo Berlusconi riunisce a Palazzo Marini i parlamentari di FI per entrare nei dettagli di quello che definisce «il suo grande sogno» e i presenti descrivono un Tremonti taciturno e ombroso in piedi in un angolo della sala.

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