Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Il Cav tende la mano

Esplora:
default_image

  • a
  • a
  • a

Dobbiamo stare tutti insieme» ha più volte sottolineato, perché «il nuovo partito è pensato per questo obiettivo di unità». Insomma, comincia dal Sud un'altra battaglia di Berlusconi: «Eliminare ogni divisione» tra gli alleati. E così da Palermo, davanti al gazebo di Piazza Politeama allestito in occasione del referendum sul nome del nuovo soggetto politico, il Cavaliere ha esordito: «Parte da Palermo la grande straordinaria avventura del più grande partito di coloro che vogliono stare insieme e vogliono essere liberi». In altre parole, per il leader dell'opposizione, la giornata di ieri è stata «più importante del '94. Non c'è dubbio - ha precisato - È un passaggio straordinario che deve essere accolto, capito e condiviso da tutti». Ed è più che convinto, Berlusconi, che «andando avanti e vedendo quanti italiani aspirano ad essere tutti uniti e non si riconoscono nella sinistra, credo che alla fine ci ritroveremo tutti insieme». Poi dal palco sistemato accanto al gazebo di Forza Italia e attorniato da tutti i massimi esponenti degli azzurri in Sicilia, Berlusconi non ha perso l'occasione per lanciare un'ennesima frecciata al governo Prodi, ribadendo quindi l'esigenza di tornare al più presto al voto. «Questo governo ha fatto troppo danno - ha tuonato il Cavaliere - ed è sostenuto soltanto dal 20 per cento degli italiani. Non si può governare un paese con la sfiducia dell'80 per cento dei cittadini. È ora di tornare al voto». È apparso ancora più che soddisfatto, invece, quando ha cominciato a raccontare l'incontro che lo stesso Berlusconi ha avuto con il leader del Pd, Walter Veltroni. «Per partire la legge elettorale deve essere decisa insieme - ha sottolineato il Cavaliere -. Abbiamo cominciato ad esaminare il progetto che loro hanno presentato: molti punti sono punti che possiamo approvare; ce ne sono altri su cui non siamo d'accordo, ma sui quali è iniziata la discussione e devo dire che ieri (venerdì, ndr) ho trovato da parte loro qualche apertura». E nel tentare di tracciare un percorso, Berlusconi ha preannunciato che «ci impegneremo in questo lavoro nei prossimi tre mesi per riuscire entro marzo a dare vita a questa nuova legge elettorale, approvata la quale non ci sarà santo che tenga: bisognerà tornare alle urne, a nuove elezioni». Poi l'affondo. Il Partito democratico e quello del Popolo delle libertà, ha evidenziato il Cavaliere, «sono due soggetti politici forti che rappresentano la possibilità di un vero bipolarismo non condizionato da veti e ricatti delle più piccole forze politiche perché? il sistema che abbiamo sperimentato, ed è vigente in Italia, ci ha dato questi risultati». E sempre dal Sud, infine, Berlusconi demolisce definitivamente la Casa delle libertà. «La Cdl - ha spiegato ancora - era una buona soluzione per tenere insieme tutti i cittadini che non si riconoscono nella sinistra, ma è stata per un anno e mezzo quello che ho definito un ectoplasma: cioé qualcosa che non c'è più. Ora bisogna superare questa fase e io credo che sia stato giusto superarla lanciando questa nuova iniziativa: un partito della gente, che venga dal basso e non dall'alto e che non sia fatto dalle segreteria dei partiti, dai Casini e da tutti gli altri. Sia fatto dalla gente. Io per primo - ha concluso - mi sono messo in discussione, mi sono messo in gioco».

Dai blog