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Laura Della Pasqua [email protected] Confindustria è ...

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Ed è proprio dall'esito sulla delicata partita del pacchetto di misure sul lavoro che si definiranno i futuri rapporti tra Prodi e la Confindustria. Tant'è che Veltroni, intuito il carattere strategico della partita si è messo in mezzo, accreditandosi come un mediatore. Sta di fatto che ieri il presidente della Confindustria Luca di Montezemolo accompagnato dal direttore generale Maurizio Beretta, ha varcato l'ingresso di Palazzo Chigi per mettere in chiaro al premier che gli industriali non intendono accettare giochetti di Palazzo su un testo che è stato firmato anche dai sindacati. Entrambi si sarebbero lamentati: «C'è un attacco alle imprese e la norma sulla class action è uno strumento ostile». Montezemolo e Beretta hanno quindi ribadito che se sul Welfare sarà seguita la strada della fiducia, «va posta sul Protocollo così come è uscito dalla concertazione e non sul testo modificato dalla Commissione Lavoro della Camera». Il rischio, in caso contrario, «è che venga messa in crisi la concertazione». Un rischio grave dal momento che di qui a breve il governo dovrà affrontare il nodo della perdita del potere d'acquisto dei salari e avrà bisogno della sponda confindustriale. Confindustria ha indicato i due punti che «destano preoccupazione»: la class action e l'introduzione in Commissione Lavoro del tetto degli otto mesi relativamente alla proroga dei contratti a termine. «Se non si vuole attuare uno strumento ostile alle imprese la norma sulla class action va modificata» ha detto Beretta che avrebbe proposto di stralciare la norma dalla Finanziaria. A chi solleva il problema che porre la fiducia su un testo senza le modifiche della Commissione, equivale a esautorare il Parlamento, la Confindustria ha sottolineato che «nessuno vuole mettere in discussione le prerogative delle Camere» ma è anche vero che il governo ha dato parere negativo su alcuni emendamenti e, per quanto riguarda i contratti a termine, sul limite degli otto mesi. La richiesta è di tornare all'accordo sottoscritto che non poneva nessun tetto e lasciava alle parti la decisione.

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