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Silvio sbaglia, così rafforza solo Prodi e il centrosinistra

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Entriamo nel merito. Se il Cavaliere col suo partito del Popolo delle Libertà, pensa a una «Forza Italiona» (l'attuale FI, più pezzi centristi delusi dall'Ulivo), più la Brambilla, compie un atto legittimo. Semmai si dovrebbero preoccupare i «parrucconi di Forza Italia», un partito che comunque dalla plastica è diventato partito di maggioranza relativa, con una buona classe dirigente (Giulio Tremonti, Beppe Pisanu, Marcello Pera). Il decisionismo plebiscitario, il leaderismo cesaristico non rafforzano la democrazia, la tradiscono. La mediazione, il confronto, la dialettica, non sono fastidi, intralci, ma il sale della libertà. Se invece Berlusconi pensa di fare da solo il partito unitario del centrodestra, obbligando i suoi partner ad aderire o morire, sbaglia nel metodo e nella sostanza. Nel metodo, perché i percorsi collettivi si fanno appunto collegialmente, dando pari dignità agli alleati, trovando insieme le soluzioni programmatiche e tecniche. Se si vuole la governabilità coerente (quando si tornerà al governo), si deve partire dalle sintesi culturali e politiche, dal mastice della coalizione. Sbaglia anche nella sostanza, perché così si fa soltanto il «partito vampiro», speculare alla fusione a freddo del Pd. E gli italiani non meritano di dover scegliere per forza tra la plastica (di sinistra) e la demagogia (di destra), tra i parrucconi della politica e i populisti. Altro che Europa, siamo nella repubblica delle banane.

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