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E Veltroni sorpassa Prodi

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Insomma dove si decide su quale testo il governo porrà la fiducia? A Palazzo Chigi o a piazza Santa Anastasia? La domanda è più che lecita se riferita a chi si atteggia da capo del governo. Insomma sul Welfare, mentre la sinistra radicale spara bordate e punta i piedi per far passare le modifiche, torna il testa a testa tra Prodi e Veltroni con il leader del Pd che sente di avere già un ruolo per poter trattare in prima persona. Così a «Otto e mezzo» su La7 Veltroni afferma: «È chiaro che il governo deve cercare sempre un punto di equilibrio. Ora si tratta di vedere su quale testo il governo ha deciso di porre la fiducia e di vedere come è possibile trovare un punto di equilibrio che non snaturi il protocollo e tenga conto anche delle modifiche introdotte dal Parlamento». Veltroni poi conclude dicendo che si adopererà «per trovare questo punto di equilibrio». Il sindaco sembra lanciare messaggi rassicuranti alla Confindustria. Non è un mistero l'antica amicizia che lo lega a Montezemolo ma soprattutto ponendosi come regista di una mediazione conferma la natura moderata del nuovo soggetto politico che proprio sul delicato tema del Welfare si smarca dalla sinistra radicale. È una presa di distanza che non è passata inosservata a Rifondazione e ai Comunisti che proprio mentre Veltroni parlava hanno rilanciato sottolineando che qualunque sia l'esito alla Camera, il testo dovrà essere ulteriormente migliorato in Senato. Il segretario del Pd ha anche respinto al mittente, ovvero a Berlusconi, l'ipotesi che sul Welfare la maggioranza possa cadere. «Quello che dice Berlusconi non è una novità». Il Veltroni-premier si è avventurato anche nel terreno delle riforme e anche su queste lancia messaggi rassicuranti e moderati. «Sulle riforme non farò giochini o furbizie. Le furbizie e i giochini si possono fare quando si fa un governo, non quando si fa un lavoro di tessitura sulle riforme. Per questo ribadisco che non avrò interlocutori privilegiati. Ho un solo obiettivo: fare le riforme in questo anno che viene». E smentisce di aver un asse con Berlusconi come pure di aver interesse ad andare al voto. Di certo la sua corsa a Palazzo Chigi è già iniziata e proprio sul Welfare sta facendo le prove generali. L.D.P.

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