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Veltroni adesso scopre

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che Rifondazione è un problema

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E,da quando ha cominciato a comportarsi da premier, ha dovuto pensare alle future alleanze del Partito democratico per configurare una possibile coalizione di governo di centrosinistra.Una formazione che, facendo due conti da salumiere, non potrà non includere i tre partiti della cosiddetta sinistra radicale. I quali nei giorni scorsi, sul problema della sicurezza, hanno attaccato duramente il sindaco di Roma. Lui si è risentito. E ieri, incontrando il capogruppo alla Camera del Prc, ha avuto con lui una «vivace» discussione sul tema. Insomma, anche Walter è ormai costretto a fare i conti con i comunisti che stanno rendendo la vita difficile al «curato» Prodi. L'incontro-scontro ha avuto per teatro i corridoi di Montecitorio. Il primo cittadino della Capitale si era recato in Parlamento per fare gli auguri al capogruppo Antonello Soro e ha incrociato il rifondarolo Gennaro Migliore. Soro e due si sono incamminati insieme verso l'uscita e si sono trattenuti a parlare qualche minuto, non più di un quarto d'ora sembra. Il segretario del Pd ha sottolineato di non aver gradito le accuse del Prc sulla sua presunta disattenzione alle periferie romane. «Mi sembra che Veltroni non si sia accorto dei veri problemi delle periferie romane», aveva detto Migliore lunedì scorso. «Non è affatto vero», ha ribattuto Veltroni ieri. Il capogruppo del Prc ha poi spiegato che, al di là delle considerezioni sulle periferie, c'è un problema politico che rende difficile per Rifondazione recepire il decreto. In particolare, Migliore ha fatto presente che, con quel dl, si rischia di andare verso espulsioni di massa dei romeni. Veltroni ha rassicurato Migliore che non vi saranno espulsioni indiscriminate, ma soltanto quelle di chi delinque. Ma l'episodio è solo una spia dei futuri contrasti che potrebbero (il condizionale non è d'obbligo) tra il prossimo leader del centrosinistra e l'ala radicale. Rifondazione in particolare, ma anche i Comunisti italiani, in questi giorni infatti ha imposto al governo i suoi aut-aut su Manovra e «pacchetto sicurezza», minacciando di volta in volta di non votare i provvedimenti e, quindi, di far andare sotto la maggioranza in Parlamento. Gli attacchi al sindaco e neosegretario della nuova «casa dei riformisti» dismostrano che le cose non cambierebbero (e non cambieranno) se e quando veltroni prenderà il posto di Prodi.

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