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Ppi nell'angolo, è polemica nel Pd

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Bianco se ne va. Veltroni esclude i Popolari dall'esecutivo del nuovo soggetto

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Paura di sparire, di essere fagocitati, inglobali, insomma annessi dagli ex diessini. Spiega il rutelliano di rito dc Riccardo Villari: «Non ci preniamo in giro, lo sappiamo tutti che il percorso del Pd è complesso. Ma sappiamo anche che il ramo è stato tagliato, per questo c'è senso di responsabilità». I problemi ci sono e nel vertice di quello che fu il gruppo popolare i timori crescono. Tanto che Fioroni è costretto a correre a rassicurare tutti. A giorni farà pubblicare gli atti del convegno dell'associazione che raggruppa gli ex Ppi e che si è svolto ad Assisi lo scorso settembre: un modo per testimoniare di essere ancora in vita. Chi ha rotto gli indugi è Gerardo Bianco, ex capogruppo della Dc e ulivista della prima ora: ha abbandonato il gruppo dell'Ulivo alla Camera. E lo ha fatto con una lettera ironica: «Cari colleghi dell'Ulivo originario», scrive. E aggiunge: «Manca una mappa di navigazione. Si procede, infatti, più spediti improvvisando sul campo, misurando la rotta secondo il barometro del giorno, i sondaggi, il circo mediatico e semmai i girotondi». Sfotte poi: «Se per ventura vi troverete, per riparazioni, nel Pse, poco male: si possono sempre manovrare le scotte e ritornare in mare aperto». Infine un verso dantesco dedicato all'«enigmatico» nuovo segretario: «Di quella umile Italia fia salute». Per ora ha vinto Veltroni che è già riuscito nell'impresa più difficile: relegare in un angolo i reduci della Dc che detenevano la maggioranza della Margherita. Certo, la componente il cui padre nobile resta Franco Marini può contare su Dario Franceschini vicesegretario del partito ed è riuscita a portare a casa l'elezione di Antonello Soro come capogruppo dell'Ulivo alla Camera, ma in entrambi i casi si è trattato di nomine fortemente volute da Veltroni. Tanto che un deputato Dl molto vicino al presidente del Senato, dietro promessa di anonimato, ammette: «Walter è stato durissimo con noi». Basta scorrere i nomi dell'esecutivo per rendersene conto. In quota ex Ppi sono entrati: Andrea Causin classe 1972 e consigliere regionale in Veneto e Annamaria Parente sindacalista della Cisl che sarebbe stata indicata da Raffaele Bonanni. Ci sarebbe anche l'eurodeputato Dl Lapo Pistelli ma sono in molti a sottolineare che, alla fine, l'esecutivo è formato da «17 veltroniani». Per questo per gli ex Ppi la vera partita si giocherà quando il neo segretario dovrà nominare la direzione del Pd dove, fanno notare, «verrà data rappresentazione alle varie anime del partito e alla loro forza territoriale». E dal territorio potrebbero arrivare le legnate più pesanti. Per adesso le intese reggono. Chissà per quanto. F. d. O.

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