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«Era coraggiosa, ma temeva il suo quartiere di notte»

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Le tessere del puzzle combaciano tutte. Le ultime speranze, che svaniscono quando si apprende la professione del marito. «Lo abbiamo saputo dalla tv e non volevamo crederci - racconta la cugina della vittima che preferisce non rivelare il suo nome, accompagnata dal marito Dante e dal figlio - Eravamo già rimasti sconvolti di fronte alla brutalità dell'aggressione, poi abbiamo capito che si trattava di Giovanna e siamo partiti subito da Perugia per venire a Roma in ospedale». Avete cercato di contattare il marito? «Ho provato al cellulare, ma non rispondeva a nessuno. Oggi l'ho visto, è un uomo disperato». Quando vi siete incontrate l'ultima volta? «Il 20 agosto scorso a Castelnuovo Berardegna, vicino Siena, nella casa dei genitori di Giovanna. Abbiamo trascorso una bella giornata in famiglia, tutti insieme». Aveva mai espresso qualche preoccupazione? «Diceva che la zona in cui viveva, di notte, era pericolosa ma lei è sempre stata una persona tranquilla e coraggiosa. Magari se fosse arrivata alla stazione cinque minuti prima o cinque minuti dopo non sarebbe successo niente. È stata una drammatica fatalità. Un segno del destino. Giovanna è una donna splendida che non avrebbe mai fatto male a una mosca».

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