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E Fassino si congeda dai Ds con una sconfitta

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Il neonato partito piemontese si presenta così spaccato in due e Fassino chiude la sua carriera con una sconfitta. «È stata una vittoria di misura - ammette lo stesso Morgando - il mio primo impegno sarà quello di aprire il confronto per una gestione insieme del Partito democratico. Ho già sentito Susta e lo vedrò venerdì». Un segnale di apertura al dialogo, che non evita comunque le polemiche. «Il Pd nasce diviso e occorrerà ricucirlo. Nasce fragile e andrà aiutato a crescere e a rafforzarsi», ha detto lo sconfitto. Per il sindaco di Torino Sergio Chiamparino, sostenitore di Susta insieme alla presidente della Regione Mercedes Bresso, dalle primarie viene fuori in Piemonte un Pd «cattocomunista che nasce sulla continuità con Dc e Pci». «Altro che continuità - risponde Morgando - la mia candidatura è un segnale di discontinuità: la gente ha capito che le nostre liste non erano la fotografia dell'apparato». Lettura confermata dal ministro dell'Istruzione Giuseppe Fioroni, che si è complimentato con Morgando, sottolineando come, in questo tipo di elezioni, contano «il radicamento, l'impegno dei candidati e anche il progetto, le proposte e i valori di riferimento».

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