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L'imbarazzo della Bindi. Margherita bifronte

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La ministra: «Siamo autonomi». Ds, Rifondazione Comunista e i Verdi scatenati contro il documento

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«La prova di autentica laicità dovrà essere offerta dal Parlamento nel suo insieme. Noi riteniamo, anche per aver convocato la conferenza nazionale sulla famiglia ben prima del Family Day, di poter dare in tempo reale le risposte sulle politiche necessarie per la famiglia», afferma il ministro. Dichiarazioni che sembrano debolissime, se confrontate con quelle del deputato ulivista Pierluigi Mantini: «L'inequivoca condanna dei Dico da parte del presidente della Cei Angelo Bagnasco induce ad una maggiore riflessione». E per Antonello Soro, coordianatore dell'esecutivo della Margherita, «la nota della Cei richiede a tutti i politici impegnati in politica un supplemento di riflessione». L'Udeur di Clemente Mastella nota che «oggi non ci sentiamo soli. Le riflessioni che scaturiscono dalla nota del Consiglio Episcopale Permanente sono il conforto di una Chiesa 'madre' ma soprattutto 'maestra' a chi ogni giorno è impegnato laicamente a testimoniare la propria ispirazione in politica e nella società». Durissime i commenti da parte della sinistra massimalista. Il Prc, per bocca di Titti De Simone, rileva che «con la nota sulle coppie di fatto, la Cei ha completato il pacchetto di 'consegne' per le truppe vaticane che sfileranno a Roma per il Family Day». Si tratta, per la deputata di Rifondazione Comunista, di «una vera e propria intercettazione politica che mette in serio pericolo l'indidipendenza e l'autonomia dello Stato». Per i Ds, Gloria Buffo - a nome della componente di sinistra - attacca: «Quando la chiesa arriva a chiedere ai politici di votare in nome della fede e della fedeltà alla gerarchia ecclesiastica, è molto grave». Prima di lei, il presidente del gruppo dell'Ulivo Anna Finocchiaro aveva ribadito che «far originare i diritti dei conviventi dalla situazione di fatto piuttosto che da un negozio giuridico forse aiuterebbe a rasserenare il clima». Secondo il ministro dlell'Ambiente e leader dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio, «la Cei dovrebbe evitare di alzare steccati ideologici. I Dico non intaccano la famiglia. Tutti dovrebbero ricordare che lo Stato laico è una garanzia per i cittadini ed il Parlamento ha il dovere di estendere i diritti a chi oggi ne è escluso». Anche Valerio Zanone, del gruppo dell'Internazionale Liberale, è tornato sulla scena pur di commentare la nota della Cei: «È grave che i vescovi vietino ai fedeli di appellarsi al principio del pluralismo. Dov'è andata a finire la laicità dello Stato riconosciuta anche dal Vaticano?» Dal fronte opposto, il presidente della Regone Sicilia. l'Udc Totò Cuffaro, afferma che «l'integrità della famiglia non può essere oggetto di alcuna negoziazione politica o parlamentare tesa a disconoscerne o a svenderne la dignità e la funzione sancite, peraltro, dalla Costituzione. Sotto questo profilo, in piena continuità con il magistero di Benedetto XVI, monsignor Bagnasco ha voluto autorevolmente richiamare quello che tutti i cattolici italiani, impegnati in politica e non, dovrebbero riconoscere, oggi più che mai, quale contenuto fondante non solo della propria identità ma anche di quella popolare largamente diffusa nel nostro Paese».

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