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Il leader centrista a Ballarò 7 volte in 6 mesi Penalizzati gli altri esponenti del centrodestra

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Sono le dieci di sera di martedì quando Silvio Berlusconi sbotta ancora una volta guardando la sua «amata» tv. E ancora una volta contro Ballarò, che due sere fa aveva come ospiti Francesco Rutelli, leader della Margherita, e il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini. «Non è possibile - protesta il Cavaliere con i suoi davanti al piccolo schermo - che puntualmente per l'opposizione invitano quelli dell'Udc, i più critici contro di noi, i più vicini al governo. Questo è un modo scorretto di comportarsi». Il programma di Giovanni Floris è diventato una sorta di Casini fan club o teleCasini: viene invitato alla puntata speciale sull'11 settembre. E poi ci va il 26 settembre, il 31 ottobre, il 5 dicembre, il 6 febbraio, il 27 febbraio e il 26 marzo. In tutto è stato da Floris sette volte in sei mesi. A cui vanno aggiunte anche le tre ospitate del più duro antiberlusconiano dei centristi, Bruno Tabacci (19 settembre, 23 gennaio, 14 febbraio) mentre in questa stagione non sono mai entrati nello studio i più soft (con il Cav) Buttiglione e Giovanardi. Ma stavolta per Berlusconi è tutto più grave perché, spiega sempre ai suoi, «Rutelli e Casini hanno votato allo stesso modo sul decreto delle missioni, mentre non c'era nessuno che ha votato contro o almeno si è astenuto. Quando Pier vota con il governo, non venga conteggiato con noi». Sarà un caso, ma proprio su questo tema interviene il presidente della Vigilanza Rai Mario Landolfi (An): «È stato violato il pluralismo sostanziale. Nessun dubbio che quello formale sia stato rispettato, ma in realtà la violazione c'era, eccome. Rispetto al voto del Senato, che ha visto l'opposizione divestificarsi, nel programma - insiste Landolfi - è stata ascoltata una sola voce e chi ha votato Lega, Forza Italia e An non è stato rappresentato». Il direttore di RaiTre, Paolo Ruffini, risponde duro: «La redazione di Ballarò ha effettuato una legittima scelta giornalistica e mi voglio augurare che mai in un Paese democratico esistano organi parlamentari o di governo che pensino di poter vincolare le scelte giornalistiche». Ma Francesco Storace (An) controreplica: «È ovvio che Casini andava messo a confronto con chi ha votato diversamente sul decreto Afghanistan. Altrimenti, la prossima volta ci aspettiamo un confronto tra Berlusconi e De Gregorio. Ma che razza di informazione va in onda su Raitre?». Tutta Forza Italia, in effetti, è stata presente nel programma di Floris quanto le volte di Casini (quattro Tremonti, due Bondi, una Schifani), sei volte la Lega (cinque Maroni e un Castelli), meno addirittura An, appena quattro (tre Alemanno e una La Russa). «Sarebbe stato giusto - sottolinea Giorgio Lainati, responsabile comunicazione di Forza Italia - che l'altra sera fosse stato invitato Martino o Fini; qualcuno che si è espresso contro il decreto. Ma forse hanno un'altra idea di pluralismo». [email protected]

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