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di GIANLUCA FERRETTI LO SFARZO berlinese profuso per le celebrazioni dei cinquant'anni del Trattato ...

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«La cancellazione dell'identità cristiana da parte dell'Unione europea - ha detto Bertone - rappresenta una grave perdita di memoria che rivela anche un'ignoranza del passato che ha costruito la nostra civiltà. Così facendo l'Unione europea dimentica gli stessi principi di libertà, tolleranza e convivenza pacifica». Principi di cui il segretario di Stato vaticano ha sottolineato l'importanza «perchè non vengono da chissà quali pianeti, ma dall'evangelizzazione delle terre dell'Europa, dove il cristianesimo si è impiantato e ha trovato il suo humus nelle antiche e nelle nuovepopolazioni». «Il Papa ha quindi ragione - ha detto ancora il cardinale - nel dire che non dobbiamo congedarci dalla storia quando parliamo di Europa, anche se guardiamo al presente e soprattutto al futuro del continente». La dichiarazione firmata dai leader europei inizia così: «L'Europa è stata per secoli una idea, una speranza di pace e comprensione. Questa speranza ha trovato conferma. L'unità europea ci ha portato pace e benessere. Ci ha donato affinità e ci ha fatto superare contrasti. Ogni paese membro ha contribuito a riunificare l'Europa e a rafforzare democrazia e stato di diritto». L'incontro di Berlino, oltre a fornire l'occasione di assistere a concerti e partecipare a sontuosi banchetti, è stato utilizzato per dare il via liebera a un documento capace di accontentare - e nello stesso tempo scontentare - ogni partecipante all'assise. Comunque, oltre al testo congiunto è stato deciso che sul tema delle riforme istituzionali dell'Unione europea sarà convocata una Conferenza intergovernativa, alla fine della presidenza tedesca, il prossimo giugno: lo ha annunciato il cancelliere e presidente di turno della Ue Angela Merkel, dopo averne parlato con il presidente della Commissione Ue José Manuel Barroso. L'obiettivo, la nuova Costituzione del 2009, data entro la quale il nuovo Trattato costituzionale dovrà essere firmato e entrare in vigore. «Un fallimento delle riforme sarebbe un errore storico», ci vuole un «nuovo dinamismo» poichè, ha detto, «lo stare fermi vorrebbe dire tornare indietro». Dopo le elezioni presidenziali francesi, la Merkel intende presentare la sua tabella di marcia al vertice di giugno a Bruxelles, che segnerà la fine del semestre tedesco di presidenza. E il presidente ceco Vaclav Klaus non ha mancato di criticare nuovamente il modo a suo avviso poco democratico in cui la presidenza tedesca avrebbe redatto il testo: «Non c'è stato dibattito democratico, discussone democratica», ha detto Klaus entro il 2009. Anche la Polonia torna a far sentire le sue critiche. Quello del 2009 è «forse un bell'obiettivo, ma mi sembra irrealistico», ha detto ai giornalisti il presidente polacco Lech Kaczynski, secondo il quale il trattato «entrerà in vigore nel 2011». Stessi toni anche dal presidente ceco, Vaclav Klaus. E oggi il capo dello Stato francese Chirac tornerà ad occuparsi della politica interna, nominando due nuovi ministri dell'esecutivo de Villepin, per sostituire Nicolas Sarkozy, e Xavier Bertrand, impegnati nella corsa all'Eliseo. All'interno andrà Francois Baroin, attuale ministro dell'Oltremare, e Bertrand sarà sostituito dal ministro delegato alla Sicurezza Sociale, Philippe Bas, ex segretario generale dell'Eliseo.

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