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Polverini: «Prodi ci esclude»

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Anche ieri a Palazzo Chigi non è stata invitata la confederazione sindacale legata alla destra: Romano Prodi ha pensato bene di portare nelle stanze del governo solo i segretari di Cgil, Cisl e Uil, ovvero Guglielmo Epifani, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti, per affrontare i temi cari ai lavoratori - a cominciare dall'eterna «grana» delle pensioni, per poi continuare con il welfare - insieme al ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa e al titolare del dicastero del Lavoro Cesare Damiano. Segretario, di lunedì mattina il premier ha deciso di discutere delle pensioni con i sindacati, ma ha dimenticato di invitare l'Ugl. Come mai? «Purtroppo siamo abituati al modo di procedere da parte di Prodi. Anche in questa occasione siamo stati spiacevolmente sorpresi, e non possiamo non sottolineare che il governo continua a commettere gli stessi errori, escludendo dal tavolo dei sindacati una forza come la nostra, radicata nel Paese». Quella di ieri mattina sembrava più la continuazione del Forum di Cernobbio, allora, dove sono transitati Padoa-Schioppa e il segretario della Cisl Raffaele Bonanni? «Non ho idea di cosa si sia parlato nell'incontro di Palazzo Chigi, ma in un giorno delicatissimo come quello dell'attesa liberazione del giornalista Daniele Mastrogiacomo, e della ricorrenza della tragica uccisione del giuslavorista Marco Biagi, non è stato certo simpatico veder convocare dal governo solo i componenti della triplice». Insomma, si invitano solo gli amici, all'interno di Palazzo Chigf. E i problemi degli italiani, intanto, come si possono risolvere se si escludono alcune parti sociali? «I problemi continuano davvero a essere gravissimi, per i lavoratori. Le famiglie ormai non arrivano nemmeno alla terza settimana del mese, e i pensionati sono costretti a vivere con una manciata di euro. Gli italiani hanno pagato cara la politica di questo governo: i redditi bassi non beneficiano di alcuna diminuzione delle aliquote, e tutte le tariffe sono aumentate. Una voce fuori dal coro. Evidentemente, noi dell'Ugl siamo lontani dal Palazzo ma vicini ai lavoratori: per questo dal 27 marzo inizieremo una mobilitazione nelle città, e partiremo con iniziative a Roma, Napoli, Torino, Palermo, Perugia, L'Aquila e Campobass, con il titolo 'Territorio e Welfare: dal Comune alla Comunità'. Ogni regione verrà resa protagonista nella protesta contro l'aumento dell'imposizione fiscale degli enti locali». Come mai con Prodi il dialogo è difficile? «Perché questo governo continua a parlare di problemi lontani da quelli dei cittadini. Bisogna pensare alle politiche territoriali, ad aiutare le famiglie, e invece l'esecutivo dimostra di andare ancora esattamente nel senso opposto. E poi si ascoltano voci di convocazioni fantasma, per la giornata di giovedì: non si ha davvero idea di quale sia la strategia governativa». Quale sarà la posizione dell'Ugl a proposito del «Family Day», programmato per il 12 maggio a piazza San Giovanni in Laterano, a Roma? «Non escludo che si possa aderire all'iniziativa. Come sindacato difendiamo la famiglia. Ma la scelta definitiva spetterà agli organi confederali».

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