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«Far sedere a un tavolo di pace i talebani è una proposta contraddittoria»

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Ma di fronte alla «soluzione» proposta dal segretario dei Ds Piero Fassino di far sedere intorno allo stesso tavolo anche chi la pace l'ha sempre rifiutata, il Vaticano non se l'è sentita di rimanere in silenzio: in questo caso ha infatti urlato il suo dissenso, criticando aspramente la possibilità di far partecipare anche i talebani al tavolo della Conferenza di pace sull'Afghanistan. E attraverso l'Avvenire, il giornale dei vescovi, la Chiesa ha preso una dura posizione, bocciando «l'idea» del leader della Quercia: «Se certo le ore di ansia per la sorte di Daniele Mastrogiacomo consigliano "aperture" displomatiche verso i suoi rapitori, è difficile non vedere come un tale "impegno" rechi con sé conseguenze assai problematiche, se non contraddittorie rispetto allo stesso impegno italiano a Kabul». Un secco stop è dunque arrivato dal Vaticano a un possibile «confronto» con i sequestratori del giornalista italiano per mettere fine al continuo fiume di sangue di militari e civili. «La proposta di Fassino ha sollevato un prevedibile vespaio - scrive il quotidiano - probabilmente giustificato». Polemiche sollevate, oltre che dalla Santa Sede, anche da chi invece fa parte proprio della stessa coalizione di maggioranza, del governo che sta lavorando giorno e notte per far tornare in vita il giornalista Mastrogiacomo tra le braccia dei suoi familiari. Tra questi, il ministro della Giustizia Clemente Mastella, che ieri ha trascorso gran parte della giornata insieme con il Pontefice Benedetto XVI in visita al penitenziario romano per minori di Casal del Marmo. Proprio a margine dell'incontro con il Papa, il capo del dicastero di via Arenula ha sollevato non poche perplessità di fronte a una possibile apertura ai talebani: «Sarebbe difficile capirne la ragione, perché vorrebbe dire che tutta l'impostazione dell'Onu è sbagliata completamente» e quindi significherebbe «rivisitare l'azione e le regole internazionali, la missione Isaf non è un intervento americano, come potrebbe sembrare l'intera vicenda irachena, qui c'è di più. Perciò bisogna essere un po' cauti». Della stessa cautela ha infatti parlato il giornale dei vescovi, che però nel suo commento è arrivato addirittura a una vera e propria bocciatura della proposta di Piero Fassino. Il leader dei Ds ha dovuto incassare uno stop anche da un altro centrista, il numero uno dell'Italia di Mezzo, Marco Follini, che non ha esitato a definire il possibile confronto con i talebani come «una contraddizione». Insomma, Fassino non solo dall'opposizione ha ricevuto un secco no alle sue «intenzioni», ma ha dovuto ascoltare dichiarazioni decisamente negative anche da chi fa parte della maggioranza. Diversi gli aggettivi usati dagli alleati per definire la proposta del leader della Quercia, come quello pronunciato dal presidente della Commissione Attività produttive della Camera, Daniele Capezzone: «Appare lunare l'idea di Fassino di una Conferenza di pace con i talebani. È vero, in Afghanistan le forze occidentali hanno commesso tanti e non lievi errori, ma questo errore sarebbe imperdonabile». Si tratta di una polemica scoppiata a pochi giorni dal 27 marzo, quando cioè in Senato si voterà il rifinanziamento della missione in Afghanistan, il Paese dove il giornalista italiano Mastrogiacomo è stato rapito e dove i talebani hanno già ucciso il suo autista perché considerato una spia delle forze militari straniere. I canali di dialogo per arrivare a una soluzione positiva del sequestro dell'inviato di «Repubblica» sono tutti aperti, ma secondo una parte del centrosinistra e in base al deciso intervento del quotidiano dei vescovi, il dialogo in Italia non deve superare «certi limiti», come far sedere intorno allo stesso tavolo chi fa di tutto per evitare che si arrivi a una soluzione di pace in Afghanistan. [email protected]

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