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Ad «Annozero» lite tra il ministro e il giornalista. La Binetti minacciata a Torino

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Tema della puntata di ieri i Dico e l'omosessualità. Ospite il ministro della Giustizia Clemente Mastella. C'erano, insomma, tutti gli ingredienti per un dibattito acceso. Ma il colpo di scena finale, con Mastella che si alza e se ne va, neanche Santoro poteva prevederlo. Il Guardasigilli ha infatti abbandonato polemicamente lo studio tv a causa di un intervento del vignettista Vauro che - ironicamente - aveva esordito dicendo che adesso la trasmissione, oltre che «dei comunisti» era anche «dei froci». In precedenza, il clima si era già surriscaldato quando Mastella aveva giudicato «saccente e oziosa» la domanda di un giovane presente in sala che contestava che la famiglia composta dall'uomo e dalla donna fosse l'unica forma di famiglia riconosciuta dal diritto naturale. Questa era la tesi sostenuta dal Guardasigilli. Mastella aveva replicato dicendo: «Non posso apparire come un cretino», «non posso essere processato da lei qua», «il suo comportamento è fazioso», in risposta a Santoro che «proteggeva» il diritto del ragazzo a insistere nella sua domanda. «L'arroganza della politica è diventata insopportabile» ha commentato Santoro dopo l'uscita di scena di Mastella. Santoro ha aggiunto che i politici si devono «abituare di nuovo a discutere con la gente». «Annozero» torna così al centro delle polemiche. Così come la stessa presenza di Santoro sulle reti Rai, osteggiata a suo tempo dalla Cdl. Mesi fa, Silvio Berlusconi fu costretto ad abbandonare la trasmissione di Lucia Annunziata. Ieri sera è capitato a Mastella con Santoro. E la tv di Stato torna nel mirino dell'opinione pubblica. Decine di telefonate di protesta sono arrivate nella redazione de Il Tempo per protestare. I lettori si sono lamentati, oltre che dell'atteggiamento di Santoro, anche di immagini particolarmente esplicite del gay pride, soprattutto perché a quell'ora i bambini erano ancora svegli e davanti alla tv. E, sempre in materia di Dico, ci sono da registrare le minacce alla teodem Paola Binetti. Le vetrate della sede della Margherita a Torino sono state imbrattate da una scritta «Binetti il medioevo è finito» seguita da una stella a cinque punte inserita nel cerchio del simbolo femminile. Ma nessuno della maggioranza si è smosso per difendere l'esponente della Margherita.

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