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In piazza anche i precari: «Il governo non affronta la questione dei lavoratori instabili»

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Il 30 marzo è sciopero generale dei dipendenti pubblici

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In primo piano lo stato d'agitazione dei lavoratori statali che chiedono il rinnovo del contratto di lavoro scaduto da anni. Intanto è stato proclamato uno sciopero generale nazionale per l'intera giornata del 30 marzo di tutto il personale di tutte le aree del pubblico impiego e delle pubbliche amministrazioni. Lo ha diramato la Confederazione sindacale: «L'astensione dal lavoro è per tutti i lavoratori del settore a tempo indeterminato, a tempo determinato o con contratti atipici e precari a sostegno della propria piattaforma rivendicativa sui rinnovi dei contratti scaduti, contro la precarietà e per un reale processo di stabilizzazione dei precari nella pubblica amministrazione, contro l'adesione ai fondi pensione e l'estensione del meccanismo del silenzio-assenso in materia di Tfr/Tfs, contro le esternalizzazioni dei servizi pubblici». Tra le richieste anche un aumento salariale pari a 150 euro netti in busta paga. Sulla questione del Tfr la posizione del sindacato è chiara: «Contro lo scippo del tfr/tfs non facciamo scattare il silenzio/assenso, teniamo la disponibilità personale della liquidazione - si legge in una nota dell'Unione sindacale italiana Usi che ha proclamato un'analoga azione di sciopero nazionale per i settori esternalizzati (pulizie, cooperative sociosanitarie/assistenziali, servizi di natura educativa, ristorazione e mense) - Inoltre l'aumento di 150 euro è il minimo di aumento per sostenere il reale costo della vita». La segreteria generale della Usi sottolinea pure il fatto che «il governo Prodi-bis non solo è in continuità con il precedente ma rischia di fare anche peggio con il dodecalogo accettato da tutti». Alla protesta hanno aderito i lavoratori precari della pubblica amministrazione aderenti alle Rappresentanze sindacali di base. «Chi ha avuto il mandato di governo» sul precariato - ha detto la responsabile precari Rdb Carmela Bovino - ha il dovere di portare a termine questo impegno. Il Governo ha tamponato solo il 2% della platea dei lavoratori precari: è necessaria una netta inversione di tendenza che stabilizzi tutti i lavoratori ed impedisca la creazione di nuovo precariato nella pubblica amministrazione». «È inaccettabile - ha affermato il senatore Ds Cesare Salvi, ex ministro del Lavoro e firmatario di un disegno di legge per la stabilizzazione dei precari nella pubblica amministrazione - che lo Stato dia cattivo esempio di violazione dei diritti. Bisogna avviare una legislazione che elimini il precariato dal nostro futuro: anche per questo sarò in piazza il 30 marzo».

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