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Alla Camera fallisce il tentativo di presentare un documento unitario

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Anche i Pacs rappresentano per il governo una spina nel fianco. E l'accordo stenta a profilarsi all'orizzonte. Il tentativo di arrivare a una mozione unica fra le componenti della maggioranza è naufragato ieri tra gli scogli delle posizioni contrapposte di Rosa nel Pugno e Udeur. Nel corso dell'incontro che c'è stato fra i capigruppo unionisti a Montecitorio non si è trovata la «quadra» per una mozione unitaria. «Siamo usciti da questo incontro con la posizione con cui siamo entrati - sintetizza il capogruppo dello Sdi, Roberto Villetti - per sdrammatizzare possiamo dire che all'interno dell'Unione c'è un grande dibattito». Per quanto riguarda la mozione unica Villetti ha sintetizzato così la questione: «La mozione dell'Ulivo non è stata presentata, è stata predisposta. L'intento sarebbe quello di presentare una mozione di tutta la maggioranza. Finora però non c'è l'accordo. Ci sono due posizioni: quella dell'Udeur, nettamente contraria, e quella della Rosa nel pugno, che vede il riconoscimento delle unioni di fatto». E Mauro Fabris (Udeur) conferma: «La nostra posizione è nota, non c'è motivo oggi per cambiarla». Il voto delle mozioni sulla famiglia e sulle coppie di fatto potrebbe slittare anche alla prossima settimana se l'esame del decreto «milleproroghe» dovesse continuare a rilento e proseguire fino a oggi. Da parte sua, Rifondazione Comunista annuncia «una battaglia durissima» contro il ddl Bindi-Pollastrini. La deputata Titti De Simone spiega che il Prc è pronto «ad aprire un conflitto all'interno della maggioranza nel caso in cui non si arrivasse ad una proposta più dignitosa». L'esponente di Rifondazione Wladimir Luxuria, entrando nel dettaglio, ha sottolineato che il Prc chiederà che sia esplicita l'indicazione che prevede l'estensione dei diritti «a persone anche dello stesso sesso», mentre la norma del ddl Bindi-Pollastrini in cui si stabilisce solo «l'accertamento» delle coppie di fatto e non il riconoscimento «è da respingere». Secondo Franco Grillini, esponente dei Ds e presidente onorario dell'Arcigay, «i teodem della maggioranza ci dicano se una legge la vogliono davvero, quali diritti intendono riconoscere o se stanno facendo solo melina per impedire che passi qualsiasi cosa, magari prendendo ordini da Oltretevere». Al polo opposto all'interno dell'Unione c'è l'Udeur che non muta atteggiamento e continua a dire no a una regolamentazione delle convivenze civili, sottolineando che la questione è al di fuori dei vincoli di maggioranza. Alla Camera finora le mozioni in materia di famiglia e unioni di fatto sono otto: per la maggioranza, Verdi, Prc e Rosa nel Pugno chiedono al governo di predisporre entro il 31 gennaio un ddl per la regolamentazione delle unioni civili e delle convivenze di fatto delle coppie eterosessuali e omosessuali; l'Udeur, invece, invita il governo a non adottare iniziative normative per lasciare la materia al libero confronto parlamentare. Per l'opposizione, Udc, Fi, An e Lega con quattro rispettivi documenti chiedono al governo di non intervenire con provvedimenti di riconoscimento delle unioni di fatto e volti a sostenere la famiglia fondata sul matrimonio. La discussione è iniziata lunedì a Montecitorio. Intanto il ministro della Famiglia, Rosi Bindi ha spiegato che il governo è alla ricerca di una «via italiana» nel tentativo di mettere insieme tutte le sensibilità della maggioranza e di governo. Bindi ha sostenuto che "non si vogliono riconoscere le unioni civili ma i diritti delle persone che ne fanno parte. C'è l'esigenza di certificare che questa realtà esiste - ha ammesso - ma senza creare un registro pubblico che sarebbe una sorta di registro parallelo a quello del matrimonio. Che avrà valore anche per gli omosessuali.

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