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«Pier rischia la fine di Martinazzoli»

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Non vogliono rinunciare al contenitore di centrodestra con chi aderisce al Ppe (Forza Italia) e chi ambisce a entrarvi (Alleanza nazionale). Non rinnegano le riforme fatte dal governo Berlusconi - premierato, federalismo, Senato delle Regioni - e cassate dal referendum costituzionale. Chi sono? I berluscones dell'Udc. E quelli anticipati sono i temi principali della loro mozione congressuale. Una prima versione. Che andrà rivista e sistemata in prospettiva dell'assise nazionale di metà marzo. Si tratta, in ogni caso, di un documento che ripudia integralmente la strategia autonomistica di Casini e che restituisce ai democratici cristiani il proprio ruolo tradizionale. Quello di alleati leali e subordinati alla leadership del Cavaliere. Chi sono i berluscones dell'Udc? È l'ala del partito che fa capo a Carlo Giovanardi. Difficile misurarne il peso specifico. Si tratta di una minoranza. Ma in crescita. Il suo sviluppo è paradossalmente legato alle esternazioni di Lorenzo Cesa e Pier Ferdinando Casini. Più il segretario e il suo mentore spostano l'Udc lungo il confine tra i due poli, più i berluscones aumentano di numero. Un'equazione che potrebbe valere anche per Totò Cuffaro e i democratici cristiani siciliani. Il governatore attualmente è saldamente legato alla maggioranza casiniana. Ma la politica border line dei vertici romani potrebbero mettere in imbarazzo Cuffaro, pur sempre alla guida di una giunta formata da Forza Italia e Alleanza nazionale. Proprio l'altro giorno Mario Baccini, commemorando la figura di Bettino Craxi ad Hammamet, ha aperto a una possibile alleanza con la sinistra moderata. Cosa che ha irritato, e non poco, Giovanardi: «Si tratta di un nuovo strappo. Prima si parlava solo di centro autonomo rispetto ai poli. Ora addirittura si apre alla sinistra». Al dirigente centrista non disturba il fatto che i vertici del suo partito stiano flirtando con i socialisti. Ma li mette in guardia: «Gli eredi di Craxi sono già nel centrodestra. Non bisogna andarli a cercare chissà dove. Si trovano prevalentemente in Forza Italia. Mentre a sinistra ci sono i veri nemici del craxismo». L'ex ministro teme per la sorte di Casini. Ha paura che faccia la fine di Martinazzoli. «Dobbiamo essere coerenti con la nostra storia. Coerenti con lo spirito del '94, anno in cui decidemmo di aderire alla logica bipolare e scegliemmo il centrodestra. Coerenti con la storia democristiana. La Dc è sempre stata alternativa alla sinistra. Fin quando non arrivò Martinazzoli, che si alleò con i progressisti. E fu il suicidio politico». Giovanardi ribadisce che l'obiettivo principale del partito deve essere quello di far cadere il governo («Sta distruggendo i valori e le radici cristiane di questo Paese») e difende, a sorpresa, l'alleanza con la Lega Nord: «Se c'è un partito con cui l'Udc è in perfetta sintonia sui temi della famiglia e della vita questo è il Carroccio». Ma non scioglie la risrva e non conferma la candidatura al congresso.

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