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di LUIGI FRASCA UN CALO record per il fabbisogno 2006 che si assesta a quota 35,2 miliardi di euro, ...

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Netta inversione di tendenza dopo tre anni di crescita consecutiva. Ma il ministro dell'Economia, Tommaso Padoa-Schioppa, pur definendo il risultato «molto positivo», invita a non abbassare la guardia, a non «allentare lo sforzo di risanamento dei conti pubblici». Per trovare un dato più basso del fabbisogno, e dunque più positivo, bisogna risalire al 2002 (allora il ministro dell'Economia era Giulio Tremonti; nella foto); ma per quanto riguarda l'entità del calo da un anno all'altro, non si era registrato nulla di simile dal 1997. Due i fattori principali che hanno portato ad una così forte diminuzione del saldo che il ministero dell'Economia deve finanziare emettendo titoli di Stato e pesando sul debito pubblico: l'afflusso nel corso di tutto l'anno «di entrate fiscali superiori alle previsioni» e il controllo della spesa pubblica. Il ministero dell'Economia ricorda a questo proposito le iniziative «assunte con la manovra di bilancio a fine 2005» e «il rigoroso controllo operativo della spesa effettuato a partire dal giugno 2006». «Il consuntivo del 2006 pubblicato oggi (ieri, ndr) - ha evidenziato il ministro Padoa-Schioppa - rappresenta un risultato molto positivo. Il netto miglioramento del fabbisogno registrato costituisce infatti una base solida per l'attuazione operativa della manovra finanziaria appena approvata dal Parlamento. Questi dati incoraggianti - ha però aggiunto - non autorizzano in alcun modo ad allentare lo sforzo di risanamento dei conti pubblici. La politica di bilancio avviata dal Governo deve essere continuata con determinazione, al fine di sostenere in maniera strutturale la crescita del Paese». Il dato comunicato ieri dal Tesoro dunque supera ogni più rosea previsione: non solo il fabbisogno nel 2006 risulta quasi dimezzato rispetto all'anno precedente ma è migliore anche rispetto all'obiettivo del governo di 47,7 miliardi di euro fissato nella Relazione Previsionale e Programmatica di settembre (rivisto già in miglioramento rispetto ai 59 miliardi di euro che erano stati indicati nel Dpef). Lievemente peggiore invece il dato se si esamina il solo mese di dicembre: l'avanzo è stato di 21 miliardi di euro, rispetto ai 23,2 di dicembre 2005. Ma anche questo risultato per via XX Settembre va letto in maniera positiva perchè «è circa pari a quello di dicembre 2005, nonostante l'operare di due fattori avversi». Il Tesoro ricorda dunque che, rispetto al 2005, nel 2006 non ci sono stati quegli incassi straordinari legati alla cartolarizzazione dei crediti Inps e soprattutto nel 2006 hanno pesato non solo le erogazioni alle Regioni per far fronte alla spesa sanitaria ma anche «i consistenti finanziamenti» per gli investimenti nelle infrastrutture ferroviarie (Tav, l'Alta Velocità) e in alcuni progetti internazionali. Dall'opposizione parla l'eurodeputato di Forza Italia Renato Brunetta secondo il quale il merito di questo dato in miglioramento «va a Berlusconi e Tremonti e alla loro politica economica».

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