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E tra il Quirinale e il Vaticano spunta la nuova «santa alleanza»

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Se n'è avuta una chiara sensazione dall'inedito scambio di messaggi e di attenzioni fra il presidente Giorgio Napolitano e Papa Benedetto XVI. Ha cominciato Napolitano, inserendo nel messaggio di fine anno alcune parole di attenzione per la Santa Sede (l'accenno alla crisi israelo-palestinese come crisi della «Terra Santa», il saluto finale «ai bambini») e dichiarando, sui «grandi temi», «una grande sintonia con la Chiesa cattolica» e in particolare col Papa «nel sollecitare un più giusto ordine mondiale, un modello di sviluppo globale diverso e più sobrio, di fronte a un ormai inquietante degrado dell'ambiente, che minaccia la stessa sopravvivenza umana». Benedetto XVI ha fatto eco ringraziando Napolitano e diffondendo, in occasione della Giornata mondiale della pace, un messaggio che parte da dove aveva concluso il Capo dello Stato: dai bambini «che con la loro innocenza arricchiscono l'umanità di bontà e di speranza e, con il loro dolore, ci stimolano a farci operatori di giustizia e di pace». Agli Organismi internazionali il Papa chiede di «non perdere di vista il fondamento naturale dei diritti dell'uomo», perché perderebbero autorevolezza. Giorgio Napolitano ha replicato con un messaggio di plauso a Benedetto XVI, dichiarando di «condividere pienamente la centralità assegnata, come imprescindibile punto di riferimento di ogni azione in favore della pace, alla persona umana, alla sua dignità, ai suoi inalienabili diritti e alle sue esigenze»; e anche la concezione della pace come «compito da adempiere quotidianamente». Napolitano ha inoltre riaffermato l'impegno dell'Italia a muoversi sul piano internazionale proprio all'insegna del dialogo, del multilateralismmo, del rilancio dell'Ue, dell'equilibrio ecologico e della lotta contro la pena di morte e la proliferazione nucleare.

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