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Il partito Baath chiama alla guerra santa. Cresce oltre Atlantico l'allarme terrorismo

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È la chiamata alla vendetta per l'esecuzione di Saddam Hussein che gli esponenti del disciolto partito Baath hanno diffuso sul sito web www.albasrah.net, accomunando nella loro sete di sangue i due peggiori nemici dell'ex rais, gli Usa e l'Iran sciita. Nella dichiarazione, i baathisti fedeli all'ex dittatore hanno invocato «una jihad contro le forze di occupazione e l'Iran», ma senza «colpire gli iracheni, perchè quello che vogliono l'Iran e l'America è trasformare la nostra guerra santa contro di loro in una guerra civile». L'allarme negli Stati Uniti era scattato già venerdì quando era chiaro che la sorte di Saddam Hussein era ormai segnata e che bisognava essere pronti per possibili ritorsioni non solo contro i militari in Iraq ma anche negli Stati Uniti. L'Fbi e il Dipartimento per la sicurezza interna hanno così deciso di intensificare la vigilanza su tutto il territorio nazionale mentre il Dipartimento di stato ha allertato le ambasciate nel mondo, chiedendo loro di mobilitarsi in difesa degli interessi e dei cittadini americani. In altre occasioni, dopo le stragi dell'11 settembre 2001, l'Amministrazione Bush è stata accusata di aver drammatizzato in modo irresponsabile il pericolo di attentati terroristici per poter condizionare l'opinione pubblica con una sorta di "strategia della paura". Questa volta invece l'allarme non poteva essere più discreto. Fbi e Homeland Security Department si sono limitati a inviare una informativa definita «di routine» alle polizie e alle autorità locali chiedendo loro di stare in guardia in concomitanza con l'esecuzione di Saddam. «Al momento non abbiamo informazioni specifiche e attendibili circa un pericolo imminente o circa la possibilità che attivisti del Baath (il partito di Saddam) vogliano prendere iniziative ostili sul territorio degli Stati Uniti», aveva subito puntualizzato il portavoce dell'Fbi, Richard Kolke. Stesso tono nella comunicazione trasmessa dal Dipartimento di stato alle ambasciate americane nel mondo. Fonti dell'anti-terrorismo citate dalla rete televisiva Abc, in particolare, hanno indicato Turchia, Congo, Irlanda e Gran Bretagna tra i paesi dove potrebbero esserci manifestazioni anti-americane. Il presidente George W. Bush, che ha definito la impiccagione di Saddam Hussein «un atto di giustizia», non ha fatto ieri alcuna apparizione pubblica per commentare la esecuzione dell'ex-presidente iracheno. La Casa Bianca, in netto contrasto con la gioia mostrata in occasione della cattura di Saddam Hussein, ha cercato di tenere un basso profilo nel giorno della morte sul patibolo del dittatore. Il presidente Bush, che era stato informato dal consigliere per la sicurezza nazionale Stephen Hadley della imminente esecuzione di Saddam, stava dormendo nel suo ranch texano quando Hussein è stato messo a morte a Baghdad. Ma il presidente Bush non si fa illusioni: «Avere portato Saddam Hussein davanti alla giustizia non metterà fine alla violenza in Iraq».

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