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DOVEVA essere la legge Finanziaria del ministro Tommaso Padoa Schioppa.

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Montecitorio. Undici del mattino. Presso l'archivio è in distribuzione il resoconto stenografico del Senato. All'interno c'è il testo del maxiemendamento. Un solo articolo, milletrecentosessantacinque commi. Un'altra Finanziaria. Niente a che spartire con quella approvata dalla Camera in prima lettura. Michele Ventura, deputato dell'Ulivo, si intrattiene nel cortile. Fuma e sfoglia il fascicolo. Sospira: «Guarda qui. L'hanno cambiata tutta». Lui, che era stato il relatore della Finanziaria alla Camera, deve constatare amaramente che il lavoro fatto, nottate comprese, non è servito a nulla. A un tratto però l'amarezza di Ventura diventa riso. C'è qualcosa nel maxiemendamento che lo mette di buon umore. Cerca altri colleghi per dividere l'ilarità con qualcuno. Ora intorno a lui c'è un capannello. Si passano il resoconto del Senato e sghignazzano tutti. Cos'è? Semplice. Sugli atti ufficiali di Palazzo Madama è finita la bozza del maxiemendamento. Quella piena zeppa di note esplicative. Molto imbarazzanti. L'attenzione di Ventura si concentra sui commi 29 e 221. A margine, due appunti identici: «reca una modifica segnalata dal dottor Massicci». Grosse risate. L'esponente ulivista ironizza: «Questa è nuova. Ora gli emendamenti non li presentano solo governo e parlamento. Pure i funzionari possono farlo». I colleghi annuiscono. E lui sfodera tutto il suo repertorio da toscanaccio. «Vedete: questo è il Partito democratico. Più democrazia di così!». Chi è il funzionario autore degli emendamenti? Si tratta di Francesco Massicci, alto dirigente della Ragioneria dello Stato, suo malgrado divenuto l'eroe del giorno nel chiacchiericcio da Transatlantico. Non è finita. Altro gruppetto. Qui si stilano classifiche tra i ministri più premiati nella spartizioni delle risorse. In realtà si tratta di una mattanza. Le tabelle dei fondi riservati ai ministeri hanno tutte il segno meno. Qualcuno ha contenuto i danni. Come Massimo D'Alema, Fabio Mussi, Antonio Di Pietro. Il più flagellato è il Viminale. Il ministro Giuliano Amato dovrà fare conti con tagli agli organici e alle caserme.

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