Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Il segretario dei Ds prende le distanze da D'Alema Ormai lavora a tutto campo e si propone come leader

default_image

  • a
  • a
  • a

Quel giorno, con la squadra di governo ancora in cantiere, in una conferenza stampa convocata ad hoc a via Nazionale, Piero Fassino e Massimo D'Alema comunicarono la loro decisione. Il segretario Ds sarebbe rimasto al partito «per costruire il Grande Ulivo». Il presidente, invece, dopo la duplice bocciatura come numero uno della Camera e come Capo dello Stato, si sarebbe accomodato su una poltrona «pesante» dell'esecutivo guidato da Romano Prodi. Da allora per Piero Fassino si è aperta una partita tutta nuova. Dopotutto non è certo un segreto che anche lui ambisse, come il suo omologo Francesco Rutelli, ad un posto da vicepremier (magari con una qualche delega all'Economia). Invece niente. Così il segretario Ds, costretto a inseguire l'ex sindaco di Roma nella battaglia per costruire il Partito Democratico, «offuscato» internamente dall'ingombrante figura di Massimo D'Alema, è stato costretto a reinventarsi. E per un po' è rimasto nell'ombra. Qualche ritocco qua e là al gruppo dirigente della Quercia (segreteria più snella con la conferma di un unico «dalemiano», Nicola La Torre). Qualche intervento spot giusto per non scomparire del tutto, ma niente di più. Almeno fino alla Direzione Nazionale Ds dello scorso 21 ottobre. È lì che il segretario della Quercia ha letteralmente cambiato marcia, si è «smarcato» ed è tornato a giocare in prima linea (con buona pace del vicepremier D'Alema). Un'analisi attenta e a tratti critica della Finanziaria e una frase, una sola frase: «Serve un "cambio di passo" che recuperi fiducia dei cittadini, credibilità degli operatori economici, credito internazionale». Da quel giorno sono passati meno di due mesi e Fassino ha veramente «cambiato passo» dimostrando un attivismo senza precedenti. Due le parole d'ordine: dialogare con chi è rimasto deluso dalla Manovra (anche scendendo in piazza) e farsi promotore della «fase 2» quella delle riforme strutturali che cambieranno il volto del Paese. L'obiettivo è uno solo: tornare ad accreditarsi come leader del principale partito della coalizione e, perché no, del nuovo Pd. Il ruolino di marcia del segretario è impressionante. Il 22 ottobre sigla a Frascati un'intesa con Francesco Rutelli per rilanciare l'anima riformista del governo. Il 28 ottobre è a villa Pamphili dove ribadisce: «La Finanziaria avvia una nuova politica economica e sociale che proseguirà con un programma di riforme volte a rimuovere le fragilità strutturali del Paese e a rendere più competitiva e più giusta l'Italia». Il 29 e 30 ottobre iniziano gli incontri con le categorie produttive. Prima artigiani e commercianti (Confcommercio, Confesercenti, Cna, Confartigianato e Casartigiani) ai quali dice: «Il centrosinistra ha il dovere di raccogliere le vostre domande e le vostre proposte». Poi l'industria. Con Luca Cordero di Montezemolo Fassino affronta per la prima volta l'idea di siglare un patto per lo sviluppo (idea molto simile a quella lanciata in questi giorni da D'Alema). Mentre a Confapi, associazione di piccole e medie imprese, il segretario Ds si propone come interlocutore privilegiato. Come se non bastasse Fassino trova anche il tempo di scendere il piazza (sempre il 30 ottobre) al fianco dei pensionati che protestano a piazza Navona. Poi è la volta dei professionisti (24 novembre) con i quali affronta i nodi della proposta di legge avanzata da Clemente Mastella e delle forze di polizia (6 dicembre) a cui promette più soldi per il comparto «sicurezza». In mezzo anche un faccia a faccia con i segretari di Cgil, Cisl e Uil (il 28 novembre) e la battaglia per evitare ulteriori tagli ai settori della scuola, dell'università e della ricerca. Intanto, in attesa di incontrare oggi pomeriggio i rappresentanti di Comuni, Regioni e Province dell'Ulivo, il segretario della Quercia ha già avviato un tour nel nord-est del Paese. Dopo Verona sarà a Trieste prima di spostarsi a Sud nel mese di gennaio. Sullo sfondo il lavorio incessante per riuscire a portare a casa il Partito Democrat

Dai blog